Roma, De Sanctis: «Siamo tutti responsabili»

«Non riusciamo più a essere pericolosi, ma la colpa non è di Garcia. Bisogna dare di più, siamo prevedibili»
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di Guido D'Ubaldo
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ROMA - E’ uno dei pochi che ci mette la faccia nei momenti difficili. Morgan De Sanctis ha l’esperienza dalla sua parte, di situazioni delicate nella sua lunga carriera ne ha vissute tante. Ieri è tornato titolare nella partita che ha portato la Roma subito fuori dalla Coppa Italia. Non ha subito gol nei 120 minuti giocati, ma poi ai rigori non ha potuto evitare i gol dello Spezia. Il portiere è molto sincero, i tifosi apprezzeranno le sue parole: «Non ci possiamo sottrarre dal prenderci le nostre responsabilità, soprattutto per quello che è successo nei 120 minuti. Abbiamo faticato come spesso ci capita ultimamente a creare un gioco offensivo e dinamico per poter mettere in difficoltà l'avversario. Contro il Bate Borisov potevamo avere la giustificazione del fatto che il pareggio sarebbe bastato e c'era la giustificazione di doversi difendere. A Napoli effettivamente abbiamo fatto pochissimo ma ci siamo difesi bene, questa volta invece abbiamo confermato solo il fatto di esserci difesi bene ma anche che non siamo riusciti a mettere in difficoltà gli avversari. Possiamo fare i complimenti a loro ma è evidente che avremmo dovuto fare qualcosina... anzi, senza qualcosina: avremmo dovuto fare di più».

RESPONSABILITÀ. De Sanctis non vuole spingersi oltre. Le cose che non vanno le dirà nello spogliatoio, con i suoi compagni: «Penso di aver già detto abbastanza. Per me è evidente che da parte di tutti bisogna metterci qualcosina in più nella fiducia, nella dinamicità, nella freschezza e nella voglia di prendersi delle responsabilità, senza limitarsi a fare il compitino e dare qualcosa in più per cercare di far raggiungere i risultati alla squadra. Dal punto di vista offensivo, e non mi riferisco solo agli attaccanti, ma anche ai difensori dai calci di fermo o ai terzini per il gioco sulle fasce, la squadra fa fatica a mettere in difficoltà gli avversari». La squadra sembra senza anima, incapace di reagire: «Noi purtroppo, da quando siamo tornati dalla sosta della Nazionale, non abbiamo fatto partite brillanti. A Bologna c'era l'alibi del campo, a Torino è vero che l'arbitro poteva vedere meglio l'ultima occasione, con l'Atalanta abbiamo meritato di perdere, a Barcellona non siamo stati mai brillanti e abbiamo subito un'umiliazione, bisogna ammetterlo... E' evidente che dobbiamo dare qualcosa di più. Non voglio circoscrivere il problema agli attaccanti, parlo di fase offensiva e si può fare qualcosina di più tutti quanti». De Sanctis non si nasconde. Ammette: «Abbiamo la completa responsabilità di quanto è successo. E' difficile trovare le parole. Non si è trattato di sottovalutare l’avversario, semmai c’è stata mancanza di fiducia e l’incapacità di cambiare la situazione attuale». Il portiere da leader dello spogliatoio difende l’allenatore: «Mettere in discussione il tecnico non è un discorso che va considerato, soprattutto non sta a me rispondervi: ho piena fiducia in Garcia. Io e tutti i giocatori non abbiamo dubbi su quello che fa l’allenatore. Per quel che mi riguarda ho sempre avuto Garcia alla Roma, ho sempre creduto in lui, nel suo lavoro, nelle sue parole. Per me non ci sono alternative. Il mio sforzo e quello dei miei compagni è fare in modo che si esca da questa situazione con Garcia».

SPARITA DOPO LA SOSTA. Ma la Roma è sparita da un mese e mezzo: «Soprattutto da dopo la sosta non riusciamo a mettere in difficoltà gli avversari. In realtà, a parte Barcellona, non li subiamo tanto. Lì è successo qualcosa, ma in una partita ci può stare. Nelle ultime tre è evidente che in fase offensiva, ma non parlo solo di attaccanti ci mancherebbe, non riusciamo a far gol, non riusciamo a creare i presupposti per andarci vicino con continuità. Questo segna le nostre prestazioni». De Sanctis fatica a individuare i rimedi: «Non credo sia un problema fisico, dal punto di vista psicologico è evidente che non riusciamo a venire fuori da questa situazione. Manca fiducia e spavalderia nelle giocate che sono nelle corde di tanti nostri giocatori. Allo Spezia va dato atto di aver fatto una partita coraggiosa, ma non prendersi la responsabilità di dire che si doveva fare di più sarebbe prendere in giro i tifosi e noi non lo vogliamo fare».

 


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