NAPOLI - Cosa ne sappiamo dei calciatori, ormai, che vivono «sequestrati» nel loro microcosmo sigillato persino dietro i pini di Castel Volturno? E delle evoluzioni, delle loro diavolerie, coltivate nel silenzio, poi si ha traccia inaspettatamente: e così, quando all’improvviso il pallone viene adagiato al limite dell’area, leggermente spostati verso destra, laddove serve un mancino, sbuca la sagoma di un «insospettabile», d’un gigante avvolto in quella nuvola di ostinata diffidenza. E’ come se fosse uscito da un tunnel, nel quale l’infilano a corrente alternata, manco rientrasse nella categoria di reietti: si cerca sempre un capro espiatorio per le sconfitte della vita, dev’essere necessariamente colpa di qualcuno, e stavolta, non avendo capi d’accusa da muovergli, qualcosa gli sarebbe stato addebitato, perché sa, ci fosse stato Cavani.....