<p style="margin-bottom: 0cm; line-height: 100%">Napoli, Allan e Koulibaly centri di gravità</p>

Due giocatori che fanno impazzire il San Paolo, due certezze per costruire il futuro azzurro
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La legge è uguale per tutti. O quasi: perché Carlo Ancelotti ha ripristinato il turnover e la valorizzazione della rosa intera, elemento fondamentale nella gestione del gruppo, ma come sempre ci sono le eccezioni. Una su tutte: Kalidou Koulibaly, sempre in campo e sempre dal primo all’ultimo istante, 21 volte su 21, tanto da comandare la classifica europea degli stakanovisti del calcio; e poi Allan, l’anima del centrocampo, secondo alle spalle del collega nella graduatoria interna dei minuti ma comunque a punteggio pieno in fatto di presenze. E queste sono le semplici statistiche: poi, arrivano le valutazioni. Ovvero: i signori di cui sopra, i migliori anche ad Anfield per rendimento e soprattutto carattere, sono il presente e il futuro del Napoli. Sono i giganti: aggettivi e attributi. Sono la base, l’ossatura, i muscoli e il cuore: e anche Carletto, il re del turnover ragionato, sa bene che al momento la sua squadra non può farne a meno.

I SIMBOLI - E allora, attenti a quei due. Sì, attenzione a conservarli con cura estrema: perché se è vero che nessuno è indispensabile, lo è altrettanto che personaggi del calibro di Koulibaly e Allan sono oro puro per qualsiasi allenatore. Qualsiasi gruppo e ogni tifoso. Rendimento straordinario per entrambi, schizzato in orbita gradualmente dopo una crescita affrontata con tenacia, sacrificio e applicazione sin dall’arrivo in azzurro. Sono un simbolo, da prendere ad esempio: l’emblema di quanto il lavoro e la passione possano pagare. E non è mica retorica: alzi la mano chi, alle prime apparizioni, avrebbe mai immaginato di celebrarli un giorno come uno dei migliori difensori e uno dei migliori centrocampisti in circolazione. Senza paura e con pochissime macchie: in Italia, certo, ma anche al cospetto dei grandi d’Europa. E dunque del mondo.

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