Juventus-Napoli, Insigne sa come osare

Lo scugnizzo non ha paura, l'esito della sfida passa anche dalle sue invenzioni e dai suoi gol
Juventus-Napoli, Insigne sa come osare© Getty Images
Antonio Giordano
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ROMA - Stavolta è diverso, proprio un’altra storia: certo, vederlo da vicino un po’ scuoterà la coscienza, ma non c’è neanche il più vago sospetto che possa scattare il «miedo escenico». E vabbè, se ne farà una ragione, ma varrà comunque la pena, soprattutto se nell’intervallo, come a Madrid, dovesse passargli al fianco: un’altra maglietta, please! Gli scugnizzi non hanno paura di niente, sono cresciuti per strada, hanno sistemato i sogni sulle cartelle e poi li hanno piazzati come pali, per arrivare sin lassù con quelle parabole a giro, quelle alla Insigne, ormai si dice così, e non può esserci una Juventus-Napoli a rubarti il sonno, a distrarti, a rovinarti non il fegato ma la tranquillità interiore, se sei stato già in grado di capovolgere il tuo destino.

RIECCOCI. Quando s’incrociarono per la prima volta, in quella cattedrale che si chiama «Santiago Bernabeu», gli scappò una «ronaldata» (si può osare?): palla da una trentina di metri, forse di più, tenuta bassa per metterla dove Keylor Navas non sarebbe arrivato e poi andare ad urlare alla luna che lui faceva così anche tra i vicoli dell’infanzia e nelle accidentate fantasie di quel tempo. Ci sono partite che hanno un fascino inimitabile, ti entrano nella coscienza e te la mettono un po’ in subbuglio, ripensando alle notti insonne, a quelle scarpette inseguite per le strade con papà, alle magìe di Del Piero divenute un’ossessione e poi la calligrafica deposizione del proprio talento: Insigne Lorenzo eccolo qua, ha le stesse voglie matte di quei giorni, anzi forse adesso pure qualcuna in più, perché adesso gli è stata cambiata la vita, ci ha pensato Ancelotti, strappandolo a quella fascia nella quale s’è esaltato da Zeman a Sarri e che ora diventa quasi una terra lontana dal proprio epicentro cosmico.

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