DIMARO - Il martello degli esterni bassi; i tagli verso l’interno di quelli alti; la ricerca della profondità: attacco in tre mosse. O forse sarebbe meglio dire che queste sono le mosse per il momento più evidenti della nuova fase offensiva di Ancelotti, provata nella prima amichevole e nel corso degli addestramenti tattici. Carletto è un maestro, un maestro che ha vinto ovunque e in ogni modo, e dunque è impensabile ritenere di poterne spiegare gli schemi in un modo così semplice, però certi movimenti sono già venuti fuori in maniera limpida. Come la differenza rispetto al credo di Sarri: e alla squadra, tutto ciò, piace da matti.
IL MODULO - E allora, sotto con la fase offensiva: ancora e poi ancora, per mandare giù a memoria le nuove idee e integrarle con quelle che di questo Napoli, dopo tre anni di lavoro con un altro raffnatissimo interprete dell’arte del calcio, sono un patrimonio sul quale costruire. Proprio come ha detto Ancelotti. Proprio come sta facendo Ancelotti: tant’è che per il momento il suo modulo di riferimento continua a essere il 4-3-3. Per la precisione: 4-3-3 in fase di non possessoe 4-3-2-1 quando invece sono gli azzurri ad attaccare. E d’accordo, i numeri non sono il massimo per chi fa calcio, ma tutto sommato sono utili a capire qualcosa in più su quella che di qui a qualche settimana dovrà essere la nuova pelle della squadra. In Italia e in Europa.
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