Lazio, Luis Alberto è di un'altra dimensione: lo ha capito anche Tudor

Leggi il commento al caso legato allo spagnolo, eroe della vittoria biancoceleste a Marassi
Lazio, Luis Alberto è di un'altra dimensione: lo ha capito anche Tudor© Getty Images
Stefano Chioffi
4 min

La genialità non ha prezzo e Luis Alberto appartiene a un’altra dimensione: l’ha capito anche Tudor, che è andato a dormire ieri sera da sesto in classifica e ha vinto a Marassi grazie al Mago, in uno stadio dove l’Inter e la Juve avevano pareggiato e la Roma era stata sconfitta. Nove punti in quattro partite durante la gestione del tecnico croato: la certezza di essere risaliti sul treno che può portare in Europa. Allo spagnolo è stata tolta la fascia di capitano, dopo il teatro di otto giorni fa, quando aveva annunciato la decisione di rescindere il contratto firmato fino al 2028, ma in Europa sono pochi i centrocampisti che segnano e incidono con la sua regolarità: Bellingham, Calhanoglu, De Bruyne, Ødegaard e Milinkovic. Gente che costa un pozzo di petrolio. Ricostruire la Lazio del futuro intorno a Luis Alberto, da dimissionario a protagonista, deve rappresentare la base di partenza. Ha festeggiato indicando lo stemma sulla maglia, davanti al settore occupato dai tifosi biancocelesti: la perfetta chiusura del cerchio, in coda a una settimana in cui qualcuno aveva davvero pensato di trasformare Luis in un’altra plusvalenza.

Luis Alberto, 5 gol tutti in trasferta

Istintivo e lunatico: un carattere a volte quasi ingestibile che viene oscurato però da una tecnica divina, dalla bellezza dei suoi colpi, dalla capacità di cambiare l’indirizzo di una gara. Quinto gol in campionato, tutti in trasferta. Ha trasformato in un diamante da collezione l’unico tiro nello specchio che la Lazio è riuscita a creare in 95 minuti. Un’azione costruita con personalità da Kamada, rigenerato in un mese da Tudor, che ha avuto subito l’intuizione di provarlo nel ruolo di regista. Il giapponese organizza la manovra, tampona, si completa con Vecino. 
Una partita controllata, in alcuni tratti anche dominata: 61% di possesso-palla, 645 passaggi, 9 angoli contro i 2 del Genoa. Pressing alto, marcature a uomo, ritmo, intensità, un 3-4-2-1 che comincia a prendere forma. In trasferta ha ottenuto otto vittorie e venticinque punti: solo Inter, Milan, Juve e Napoli hanno fatto registrare un rendimento superiore. L’unico pericolo è arrivato alla fine del primo tempo, quando Ekuban ha potuto sfruttare una prateria e stava punendo la Lazio in contropiede: un momento di buio che ha ricordato i gol subiti da Vlahovic e Chiesa nella semifinale d’andata di Coppa Italia con la Juve. Un avvertimento in vista della sfida di ritorno con Allegri, in programma martedì sera all’Olimpico.

Lazio tornata in corsa per l'Europa

La Lazio è rientrata in corsa per l’Europa. Ha vinto quattro delle ultime cinque partite: una con Martusciello in panchina, dopo le dimissioni di Sarri, e tre con Tudor, battuto in campionato solo dalla Roma. Ha capito che può colorare la fase finale della sua stagione. Cinque appuntamenti: Verona, Empoli e Sassuolo all’Olimpico; Monza e Inter fuori casa. Tudor ha garantito che non esiste un caso legato a Guendouzi, il migliore acquisto dell’ultimo anno. Fondamentale anche il recupero di Romagnoli, rientrato nel secondo tempo al posto di Casale, che ha faticato a controllare Retegui, seguito dal club di Lotito quando giocava nel Tigre, ancora prima che Mancini lo convocasse in Nazionale, ma poi scivolato nelle preferenze dietro a Castellanos, tante sportellate e due colpi di tacco a Marassi. La ricerca di un centravanti in grado di confrontarsi con la storia e lo spessore di Immobile dovrà essere la priorità della Lazio durante il prossimo mercato. 


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