ROMA - Nell’anno dello scudetto sfiorato, nell’anno che introdusse all’apoteosi, ci pensò lui a Rivera. Era un sabato di Pasqua: «Si doveva giocare Lazio-Milan, la famosa partita del 21 aprile 1973. Loro erano primi, noi con una vittoria saremmo andati a pari merito. In settimana l’incubo era Rivera, il capocannoniere, andava fortissimo. Maestrelli non sapeva a chi affidarlo». Lo affidò a Pier Paolo Manservisi, classe 1944, nato attaccante, rinato ala tattica, diventato l’anti-Rivera, fu soprannominato l’Uccellino per il fisico esile:
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LE CRONACHE - Si scrisse che «Rivera fu annullato da Manservisi». Pioveva, la Lazio andò sul 2-0, spuntò il sole. Le cronache del tempo raffigurano Rivera con «le caviglie sanguinanti». Manservisi schiantò un monumento: «Rivera segnò solo alla fine. Ad inizio partita mi scappò, toccò il pallone, lo indirizzò da una parte, lui andò dall’altra, gli rifilai una gomitata. L’arbitroLo Bello fischiò la punizione, mi venne incontro e disse “mi raccomando, quando lo picchia non si faccia vedere».
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