MILANO - Il caso Icardi ha messo solo temporaneamente in secondo piano la crisi sportiva dell'Inter. E crisi è il termine giusto per descrivere una squadra che, dopo 8 giornate di campionato, si ritrova nella seconda metà della classifica ed è a serio rischio di eliminazione dall'Europa League: una situazione sconcertante, pur riconoscendo a Frank De Boer le attenuanti di essere capitato in un calcio completamente diverso dal suo e, per di più, a meno di due settimane dalla prima gara ufficiali. A oltre due mesi dal suo insediamento, però, quelle attenuanti valgono fino ad un certo punto. Soprattutto se il tecnico olandese sembra non avere intenzione di trovare il modo per correggere la rotta. [...]
COMUNICAZIONE - Peraltro, sembra sempre più evidente che ci sia un difetto di comunicazione tra l'olandese e i suoi giocatori, che o non reagiscono alle sue sollecitazioni oppure non ricevono gli input necessari per esprimersi al massimo anche contro avversari cosiddetti piccoli, o in particolare in Europa League. La Juventus è l'eccezione, ma anche la conferma delle regola. Perché per essere carichi contro i bianconeri non serve la carica dell'allenatore.
GARA DECISIVA. E pensare che quel successo contro i grandi favoriti sembrava essere l'ideale trampolino di lancio per una nuova Inter. Invece, si è rivelato un exploit isolato. E il credito prodotto da quella vittoria è ormai esaurito. Serve una svolta immediata, altrimenti e De Boer potrebbe non bastare il fatto di essere stato scelto direttamente da Thohir. Da corso Vittorio Emanuele ancora non sono partiti sondaggi per eventuali sostituti, ma senza una vittoria giovedì contro il Southampton il telefono diventerà inevitabilmente caldo.
Leggi l'articolo completo sull'edizione odierna del Corriere dello Sport