ROMA - Non c’è niente da fare. E’ più forte di loro. Quando i francesi ostentano la puzza sotto il naso, la gaffe è sicura. Che altro si potrebbe dire del titolo odierno con il quale l’ultima pagina dell’Equipe ha raccontato la storia del Frosinone ai propri lettori? “La bonne blague”, la bella barzelletta o il bello scherzo, fate voi perché blague ha anche altre accezioni: fandonia, facezia, lazzo, frottola, panzana. Se l’intento era di fare gli spiritosi, l’Equipe ha toppato. Quel titolo non fa né ridere né sorridere. Suona improvvido, ironico, gratuito. E non rende affatto onore a Frosinone, ai suo tifosi, alla sua squadra, alla sua straordinaria vicenda sportiva, considerato che nell’arco di un anno solare, la squadra di Stellone è passata dalla Lega Pro alla serie A, conquistando con pieno merito sul campo due straordinarie promozioni. D’altra parte, che cosa pretendere dai cugini e dalla medesima Equipe, la stessa che il 19 novembre 2009, titolò in prima pagina “Basso profilo”, l’editoriale a commento del doppio colpo di mano di Henry che mandò in gol Gallas e spedì ai mondiali sudafricani la squadra di Domenech, facendo fuori l’Irlanda di Trapattoni? E non fu lo stesso giornale, il 10 luglio 2006, a definire soltanto “un gesto stupido”, l’orripilante testata di Zidane a Materazzi, titolando “Rimpianti eterni”, in calce alla finale persa contro l’Italia campione del mondo? Il giorno dopo, lo stesso giornale cambiò idea mentre in Francia impazzava la sceneggiata che Zidane e l’allora presidente della Repubblica, Jacques Chirac, improvvisarono sul balcone dell’Eliseo, mimando la testata di cui sopra e condendola con le parole del primo cittadino di Francia: “Lei è un virtuoso, un genio del calcio mondiale. Lei è anche anche un uomo di animo nobile, di spirito combattivo. Per questo la Francia la ammira e la ama”. Diceva la mitica Joséphine Baker: “Mi piacciono molto i francesi perché, anche quando ti insultano, lo fanno maniera molto graziosa”. O no?