Quando il calcio è come il sesso

Ivan Zazzaroni
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Il calcio, così come il sesso, continua a essere anche una questione di centimetri. Ammetto di essermi sbagliato: credevo che con l’impiego del videoarbitro si sarebbero infinitamente ridotte le polemiche su favori e torti e che per brutta gente come me, che di polemiche si ciba da anni (dicono alcuni), il lavoro sarebbe maledettamente diminuito. Al contrario, è addirittura aumentato: la natura del tifo all’italiana, le nostre simpatiche divisioni non conoscono ostacoli, né di natura umana, né tecnologica.

La mia colpa, ieri, è stata quella di non aver sottolineato che il gol di Mertens, da settimane residente a Crotone, non era regolare: ho ricevuto decine di immagini, controllato una serie di linee e come tanti sono giunto alla conclusione che probabilmente un’unghia del piede del belga era effettivamente più avanti dello scarpino dell’ultimo difensore dell’Atalanta. Caressa ha addirittura scomodato il 3d per stabilire che boh, probabilmente lo era, probabilmente no. I critici più avvelenati sono stati naturalmente gli juventini, ma sono sicuro che se quel gol l’avesse segnato Higuaìn, gli juventini l’avrebbero considerato buono e i napoletani avrebbero gridato al furto.

Qualcuno afferma che, nonostante le nuove disposizioni di Rizzoli (fornite lunedì scorso) su fuorigioco del genere (decisione finale al campo), andremo avanti così fino a fine campionato, come anticipato da Allegri. Ho fatto sapere a casa che ci sarà lavoro per almeno quattro mesi.

Il sempre lucido Casarin sui gol di Mertens (concesso) e Hamsik (annullato) ha scritto: “Quando questi piccoli errori erano commessi da bravi guardalinee venivano accettati in quanto prestazioni umane, dalla tecnologia ci si aspetta la scomparsa dell’errore. Un esempio: Atalanta-Napoli poteva finire 0-0 oppure 0-2 senza poter dare colpe, con la tecnologia è finita 0-1 e l’Atalanta può recriminare per il primo gol in lieve fuorigioco”.


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