TORINO - Il 4-3-3 come nuova veste e Szczesny, Matuidi e Douglas Costa come nuovi interpreti. La Juventus riparte da – alcuni - colpi del mercato e la sostanza non cambia, 3-0 al Chievo e terza vittoria in campionato a tre giorni dall’esordio in Champions contro il Barça al Camp Nou. A far felice Allegri ci pensano l’autogol di Hetemaj, il solito istinto del Pipita e Dybala, il suo asso più bello. La Joya entra soltanto nella ripresa palesando un incredibile stato di forma, portandosi a spasso l’intera difesa di Maran e trovando il giusto pertugio in occasione del tris che chiude definitivamente il match all’83’.
DYBALA, UNA JOYA COSI' GRANDE - La Juve “spreca” l’opportunità del 2-0 con la legnata di Pjanic, che si ferma su Sorrentino e sulla traversa. I 45 minuti iniziali servono anche a Douglas Costa per farsi conoscere dai suoi nuovi tifosi con delle deliziose progressioni: l’ex ala del Bayern al 54’ lascia il posto a Dybala. Mandzukic si becca il giallo per un braccio alto su Dainelli, ma la paura passa al 58’ quando Higuain scaraventa in rete (servito da Pjanic) il pallone del 2-0. Chi prende per mano i compagni è la Joya, che a più riprese si rende protagonista con giocate di assoluta qualità. Quella che incanta tutto lo stadio arriva al minuto 83 e ridicolizza, grazie anche all’aiuto del neoentrato Bernardeschi, la difesa di Maran: palla in buca e tris che mette la parola fine. Unica nota stonata della giornata di Allegri è l’uscita anzitempo di Mandzukic per via di un infortunio.