ROMA - Non è certo stato lui il protagonista della finale di Coppa Italia. Come dovrebbe sempre essere, per un arbitro. Lo strapotere della Juventus ha “annebbiato” anche qualche piccolo errore, non solo tecnico (il giallo mancato a Benatia a fine primo tempo resta l’unica vera macchiolina), ma anche di base (lo spostamento, soprattutto nelle prime fasi della partita, era di chi non aveva capito come stavano giocando le due squadre, era sempre in mezzo al gioco). Antonio Damato saluta, dunque, la sua (lunga) carriera da arbitro con una finale senza affanni.
SENZA FALLO - Gli episodi da moviola si concentrano sui gol, in particolare i due di Benatia, sui quali il Milan ha avuto qualcosa da dire. Partiamo dall’1-0: sull’angolo di Pjanic, Benatia salta più in alto e infila Donnarumma. Le lamentele rossonere si concentravano su due contatti, in particolare Barzagli-Cutrone (l’altro è Matuidi-Calabria): avesse segnato o avesse interferito con l’azione, forse Barzagli sarebbe stato passibile di sanzione, ma il contatto sembra comunque di... posizione.
TUTTO BUONO - E’ invece tutto buono e senza ombre il gol del 3-0: Benatia non commette fallo su Donnarumma che perde malamente il pallone (le mani del portiere sono distanti dal pallone stesso) ed è in posizione regolare (c’è Kessie) al momento del colpo di testa di Mandzukic, non trattenuto da Gigio.
DISCIPLINARE - Qualcosa da dire, come anticipato, dal punto di vista disciplinare. Partiamo dal primo tempo: quasi allo scadere del minuto di recupero assegnato, c’è un fallo di Benatia ai danni di Çalhanoglu: contatto duro da dietro, senza possibilità di prendere il pallone, ci stava il cartellino giallo. Anche se il tempo era finito, avrebbe potuto sanzionarlo. Due gli ammoniti: Douglas Costa (s’è tolto la maglia dopo il gol) e Calabria (fallo ai danni di Mandzukic).