ROMA - "Ho sentito Tavecchio, gli ho chiesto che intenzioni avesse, e mi ha detto che domani ci sarà questa riunione in Figc. Come sapete è padrone di assumersi le responsabilità, ma se fossi in lui mi dimetterei". Lo ha detto Giovanni Malagò, presidente il Coni, sulla mancata qualificazione degli Azzurri al mondiale di calcio. "Oggettivamente in Figc non ci sono gli strumenti procedurali per procedere a un commissariamento. Un uomo di istituzioni - ha aggiunto - deve ascoltare tutti ma anche ragionare con buonsenso con quelle che sono le norme. Il presidente del Coni può commissariare una federazione solo se non funziona la giustizia sportiva, i campionati o per gravi irregolarità amministrative. Ad oggi questi tre fatti non ci sono. Il problema non è solo Ventura e le sue dimissioni. Come sanno bene in Figc, mi sento di dire che l'inizio del suo progetto era legato a un'altra filiera di carattere tecnico che prevedeva un ruolo significativo di Lippi che poi non è più andato a buon fine. Probabilmente nell'impostazione del ruolo di Ventura, che poi è diventato responsabile di tutte le squadre nazionali, c'è stata una valutazione sbagliata. Purtroppo è stata una scommessa persa". "Se il signor Tavecchio ritiene, magari dopo ieri, di essere la persona maggiormente deputata per portare avanti il nuovo corso della Federcalcio, si assume la responsabilità di questa decisione. Non c'è una regola, un'obbligatorietà - specifica - Ci sono stati casi in cui presidenti federali e allenatori sono rimasti al loro posto assumendosi la loro responsabilità, e ci sono altre persone che hanno deciso di non farlo. Sono scelte della propria coscienza. Nomi in grado di poter dare svolta? Innanzitutto ci porremo il problema quando ci saranno queste dimissioni, ammesso che avvengano". A margine della presentazione del nuovo stadio dell'Atalanta al Salone d'onore del Coni, Malagò ha anche precisato il suo punto di vista sulle mancate dimissioni del ct Ventura dopo la gara di ieri con la Svezia: "Di fatto sembra che il suo contratto sarebbe stato rinnovato solo esclusivamente in caso di qualificazione dell'Italia al Mondiale. Siamo a fine novembre e presumo che questo contratto ci sia ancora per qualche mese, la sostanza quindi cambia poco. Di fatto Ventura non ha il rinnovo. Che si dimetta oggi, o fra un mese cambia poco. Mi sembra che su Ventura gli elementi sono acclarati".
Malagò ha sottolineato che "c'è un altro discorso non scritto che riguarda invece la sfera delle competenze e responsabilità oggettive, che sono sotto gli occhi di tutti. Non succedeva dal 1958 che l'Italia non si qualificava a un Mondiale e va detto pure che allora ci andavano 16 squadre e invece oggi c'erano più possibilità. Ma soprattutto veniamo da tutto un periodo senza grandi risultati". Il presidente del Coni ha aggiunto che "dall'Under 21 sono arrivati segnali importanti negli ultimi mesi, ma anche lì c'è stata la delusione della mancata qualificazione alle ultime due Olimpiadi. Ci sono stati investimenti, attenzione e interesse al mondo del calcio femminile, ma anche lì l'Italia manca da sempre a una grande manifestazione".
"Vorrei ringraziare Buffon perché ieri ci ha messo la faccia". Malagò ha lodato le parole del capitano dell'Italia dopo la mancata qualificazione degli azzurri ai Mondiali. "Il suo grido di dolore non era solo per il fatto di non essere il primo giocatore della storia a disputare sei mondiali, ma sentiva il peso della sconfitta per i giovani e per tutto il Paese. Con lui ringrazio tutta quella generazione di calciatori che ci hanno dato grandi soddisfazioni". Poi Malagò ha aggiunto: "Complimenti alla città di Milano e a San Siro, io c'ero. Un tifo strepitoso, quando all'82' si sono messi a cantare l'inno d'Italia tutti in piedi. Che io ricordi non era mai successo, veramente una prova strepitosa di spingere, di dare la famosa carica dodicesimo uomo in campo. Milano ha strarisposto. Bellissimo, c'era gente che veniva da tutta Italia, da nord a sud", ha rilevato il capo dello sport italiano, specificando che per questo "il rammarico cresce, mi sembra evidente che però qualcosa e molto più di qualche cosa, a livello di scelte tecniche non è andato come si aspettava".
LOTTI - "Non me lo aspettavo, è stata una giornata molto triste dal punto di vista sportivo. Il calcio va rifondato del tutto. È il momento di prendere delle scelte che forse negli anni passati non si è avuto il coraggio di prendere. Questo mondo va fatto ripartire dai settori giovanili fino alla Serie A". Così il ministro dello sport, Luca Lotti, all'indomani dell'eliminazione choc dell'Italia dai Mondiali. La debacle mondiale degli Azzurri è frutto di "un problema che riguarda tutti, anche culturale. Di come si insegna a fare calcio, riguarda anche i genitori su come si sta in tribuna. È il caso di ripartire anche da lì fino alle massime serie". Lo dice il ministro dello Sport, Luca Lotti. "Decisioni importanti di Ventura e Tavecchio? Spetta a loro decidere - ha aggiunto Lotti - Credo sia importante cogliere questo momento per mettere a posto tutto il calcio italiano, dai settori giovanili fino alla Serie A". Il ministro dello Sport ha quindi specificato che "tutti dobbiamo dare una mano, le parole di Buffon ieri sono state molto chiare. È evidente che dobbiamo dare tutti una mano a far ripartire il mondo del calcio in tutti i sensi. Non è che abbiamo scoperto che ci sono alcuni problemi, non è solo dalla la partita con la Svezia che si è capito che c'è qualcosa che non va". Lotti ha anche ricordato che "siamo usciti dagli ultimi due mondiali al primo turno, non si riescono ad eleggere i presidenti di Lega di A e B, insomma c'è tanto da fare e credo sia opportuno davvero sfruttare questa occasione, lo dico in negativo, per rifondare del tutto il calcio italiano". A chi si aspetta un'epurazione in Federcalcio a partire dai suoi vertici, il responsabile del Governo ha risposto: "Credo sia il momento in cui tutti devono fare la loro parte - ha concluso Lotti - ciascuno per il proprio compito. Come Governo stiamo provando ad aiutare il calcio con la riforma dei diritti tv, a come si vende il nostro prodotto all'estero. C'è ancora molto da fare ma dobbiamo farlo tutti insieme". "Paradossalmente la presentazione di quest'accordo arriva proprio oggi. Oggi ho detto che il calcio italiano è da rifondare ma c'è anche qualcosa di buono, come dimostrano squadre come l'Atalanta e l'Empoli con i loro vivai". È quanto afferma il ministro dello Sport, Luca Lotti, presentando l'accordo tra Atalanta e Credito Sportivo per il nuovo stadio: "La rinascita del nostro calcio parte anche dalle infrastrutture sportive e dagli stadi".