Insigne: Tutte le mie verità

Il fantasista si è confessato a Raisport. Da Sarri al Barcellona, dallo scudetto al Var, dalla Nazionale al suo riscatto personale, ecco i pensieri di Lorenzo
Andrea Santoni
11 min

FIRENZE - Una lunga e ricca intervista, quella concessa in esclusiva a Raisport da Lorenzo Insigne, stamattina a Coverciano. Una chiacchierata con la collega Scarnati che ha toccato tanti temi, affrontati dal fantasista napoletano senza reticenze: lui, il Napoli, Sarri, la Nazionale, Guardiola, Ventura, il Var, la Champions, lo scudetto, i moduli, la supervalutazione da 100 milioni, il Barcellona e quel paragone Neymar-Cavani e Insigne-Mertens... Insomma un fiume di parole che meritano di essere lette.
  
IL SUO INIZIO. «Non mi aspettavo di partire così forte però sapevamo delle nostre capacità e della nostra unione di gruppo, e crediamo in quello che ci sta insegnando il mister. Ora dobbiamo mantenere questo ritmo e non è facile, anche se siamo solo all'inizio, dobbiamo cercare di rimanere con i piedi per terra e continuare a lavorare al meglio».

IL GRUPPO CONFERMATO. «Il fatto di essere lo stesso gruppo dell'anno scorso penso che sia un vantaggio. Siamo i soliti da tre anni, con qualche acquisto in ruoli specifici secondo le richieste del mister. Penso che il nostro segreto sia che quest'anno siamo rimasti tutti uniti con la promessa di fare una grande annata e di vincere qualcosa. Ci stiamo provando e dobbiamo provarci fino alla fine»

SU GUARDIOLA. «I suoi complimenti sono cose che vanno sempre bene e fanno sempre piacere, soprattutto se arrivano da un grande allenatore come Guardiola. In passato si diceva che il Napoli giocava bene ma non vinceva nulla. A volte uno ci rimane anche male ma ora dobbiamo provare a vincere qualcosa perché per il gioco che esprimiamo e per le vittorie che stiamo facendo, stiamo dando un grande segnale. Ora dobbiamo continuare a percorrere questa strada e iniziare a vincere»

TUTTO SARRI. «Si è fatto conoscere abbastanza anche per qualcosa che ha detto però lui vive di calcio tutti i giorni e parla di calcio e noi lo ascoltiamo volentieri perché da quando è arrivato lui in campo gli allenamenti anche se alle volte sono un po' pesanti, sono sempre divertenti, come si vede poi la domenica».
  
GRAZIE ZEMAN. «Niente a che vedere con gli scaloni di Zeman ma quelli mi sono serviti perché è grazie a lui se oggi sono qua ed ogni volta che lo vedo, lo ringrazio sempre per quello che mi ha dato».
  
IL GIOCO A MEMORIA. «Sarri fa sentire tutti importanti, anche chi gioca di meno, e lo fa sentire responsabile in questo gruppo. Si gioca a memoria. Anche chi gioca di meno quando entra dà sempre il suo contributo, ed il mister è contento. Anche chi gioca più spesso è vicino come a chi lo fa di meno perché magari ci è passato nelle annate precedenti. Chi gioca di meno sta dando una mano. Sarri non fa mai capire la formazione perché mischia sempre le carte, e fa impegnare tutti nello stesso modo. Io ed i miei compagni accettiamo le scelte e chi gioca dà sempre il suo contributo. Sarri vive di calcio e ci trasmette la passione che ha e noi cerchiamo di sperimentare in  campo la sua idea di calcio».

SUL CALENDARIO INTERNAZIONALE. «Un periodo dedicato alle Nazionali? Sappiamo che mister Sarri ha un suo carattere ma in fondo è un buono. Io lo vivo tutti i giorni, è una brava persona. Per ciò che riguarda le nazionali sta alla Fifa capire certe cose e rivedere cerle.  Ogni volta che arriva una chiamata, io sono fiero di essere sempre convocato perché l'ho sempre sognato. Ora bisogna pensare alla Nazionale e alle qualificazioni».

BELOTTI KO. «Gli mando gli auguri, è un bravissimo ragazzo e spero che torni presto perché per la Nazionale è un giocatore importante. Chi lo sostituirà, lo farà nel miglior modo possibile. Lui 'massacrato' dagli avversari? Capisco Cairo ma in campo ci sta, anche io prendo le botte. Il calcio è fatto così, dispiace quando uno si infortuna. Bisognerebbe essere un po' meno aggressivi però sappiamo che i giocatori bravi e di qualità vengono menati. Bisogna stare più tranquilli e giocare a calcio».

SUL VAR. «Io penso che sta risolvendo i problemi perché parecchi 'gol non gol' o rigori, non venivano dati, e perdevi una partita per un episodio. Se stiamo tranquilli e seguiamo tutti questo nuovo strumento, andando avanti potrà aiutare. Ci sta che a qualcuno piace a qualcuno no. Ora c'è e dobbiamo farcela piacere. Noi giocatori e gli allenatori dobbiamo solo pensare a giocare, agli episodi pensano gli arbitri e dobbiamo accettare le loro scelte».

VERSO RUSSIA 2018. «Sappiamo che le prossime due partite della Nazionale sono importanti perché anche se affrontiamo Macedonia ed Albania, sono due squadre che ci possono dare fastidio, però io penso che dobbiamo affrontarle nel miglior modo possibile perchè facendo due vittorie possiamo arrivare fra le migliori seconde ed evitare scontri con squadre un po' piu' dure ai play off. Noi siamo consapevoli che qualsiasi squadra affronteremo, dobbiamo vincere a tutti i costi perché l'Italia deve partecipare ai Mondiali per forza e cercheremo di dare l'anima fino alla fine».

IL 3-4-3. «Ho sempre dato la mia disponibilità, anche per giocare con il 3-5-2 o qualsiasi altro modulo, l'importante è che quando uno scende in campo dà tutto fino alla fine. Ci sta poi che ogni giocatore si esprime meglio in un ruolo, come io ed El Shaarawy che siamo abituati a giocare a tre in attacco. Però l'importante è che quando stai in Nazionale, scendi in campo e dai il massimo per l'Italia. Al di là del ruolo, conta il risultato. Ripeto: nel 3-4-3 mi sento meglio perché un giocatore ha bisogno di scendere in campo e di essere consapevole di poter dare il 100% per la squadra. Io ora giocando a tre mi sento a mio agio e spero di dare il mio contributo importante alla squadra per portarla alla vittoria».

LUI E IMMOBILE. «Con Immobile siamo stati un anno insieme al Pescara, abbiamo fatto un grande anno ed anche se non giochiamo più insieme da parecchio, non ci dimentichiamo che i nostri movimenti sono sempre gli stessi e cerchiamo di lavorare nel miglior modo possibile. Ci vediamo spesso con lui, parliamo del più e del meno, ci conosciamo bene sia in campo che fuori e quindi è un piacere trovarci ogni mese qua».

SU VENTURA. «E' sereno, stiamo preparando al meglio la partita con la Macedonia, stiamo studiando gli avversari per provare a metterli in difficoltà. Ogni volta che veniamo qui lo seguiamo sempre con passione perché è un grande allenatore, ogni tecnico ti può dare qualcosa di diverso e noi cerchiamo di mettere in pratica tutto quello che ci chiede».

SUL KO DI MADRID. «Penso che le sconfitte fanno sempre male però non abbiamo perso contro una piccola squadra ma con una grande squadra come la Spagna. Le sconfitte aiutano a crescere e sono sicuro che ci ha fatto bene quella sconfitta, tra virgolette. Quello però è il passato, ora dobbiamo pensare alla Macedonia che è una partita fondamentale per andare ai Mondiali».

PATTO MONDIALE. «Non ci siamo ancora riuniti però penso che il pensiero di tutti sia di farcela a tutti i costi. L'Italia deve assolutamente partecipare al Mondiale e noi scenderemo in campo con la mentalità e la cattiveria giusta per fare risultato. Giocatori di esperienza come Buffon, Bonucci, ti possono dare tanto; è sempre bello stare qua con loro e noi quando loro ci danno qualche consiglio, cerchiamo di prenderlo e di metterlo in pratica in campo»

IL RITORNO DELLA BBC. «Lo sanno tutti della loro forza, hanno vinto tanto con la Juve e con la Nazionale. Sono tre grandi giocatori e sono sicuro che ci aiuteranno perché hanno esperienza, sono gli elementi che hanno vinto di più, insieme a Buffon, in questa Nazionale, e noi giovani li dobbiamo seguire perché ci possono insegnare tanto. E noi li seguiamo volentieri».

DONNARUMMA. «Donnarumma mi prende sempre in giro perché guardo sempre i film, scherziamo sempre tra noi. L'ho ritrovato qua in Nazionale ma già lo conoscevo perché siamo tutti e due napoletani e c'è sintonia. Come io sono impegnato sempre con i film, lui è sempre impegnato con la play station, e non c'è comunicazione e quindi io mi guardo un film...».



100 MILIONI. «Insigne valutato 100 milioni di euro? E'una cifra di quelle che si dicono...Io sono contento se girano queste voci su di me perché vuol dire che ho fatto, come tanti sanno, grandi sacrifici. Quando senti certe cifre rimani un po' confuso, io però penso solo a lavorare, a migliorare e a fare qualcosa di importante sia con il Napoli che con la Nazionale».
  
IL RISCATTO. «In passato alcuni club mi avevano bocciato perché ero bassino però peggio per loro perché ho realizzato il sogno di giocare con la maglia del Napoli che era sempre stato il mio sogno. Sono fiero di quello che sto facendo con questa maglia. Fare queste partite e queste competizioni come con la maglia del Napoli, non so se l'avrei fatte con altre maglie. Sono sereno e ringrazio chi mi ha dato fiducia da piccolo, chi mi ha portato nel Napoli e spero di continuare a migliorare».

IL BARCELLONA. «Io ad un passo dal Barcellona? Sono fiero di essere rimasto con il Napoli ma sappiamo tutti che il Barcellona è la squadra più forte al mondo. Mi avrebbe fatto piacere giocare con grandi campioni come Messi e Suarez però ora penso al Napoli e spero di vincere qualcosa di importante con il Napoli».

LO SCUDETTO. «Siamo primi in classifica con il Napoli, vogliamo rimanere con i piedi per terra perché il campionato è ancora lungo, ancora non abbiamo fatto nulla. Per fare qualcosa di importante dobbiamo aspettare che finisca il torneo. Ora pensiamo a queste partite che arrivano, ad affrontarle nella migliore maniera possibile per rimanere lassù».

SUL PSG. «Io penso che loro hanno grandi campioni, in certi casi è compito dell'allenatore è non tanto come farli giocare, perché quelli sono grandi campioni, ma come gestirli. Neymar contro Cavani? Ci sta in un anno di litigare, perché una volta l'ho fatto anche io con Mertens per una punizione o un rigore. Ci sta perché c'è adrenalina in campo. Loro si sono chiariti e penso che la cosa importante è quella. L'importante è andare avanti tutti insieme».

 


© RIPRODUZIONE RISERVATA