ROMA - Prendiamoci il risultato, l’unica cosa positiva della serata di Reggio Emilia, ma rendiamoci anche conto di come abbiamo passato la serata. A fare i conti se, dopo quell’unico e provvidenziale gol di Immobile con Israele, il pareggio della Macedonia con l’Albania sarebbe bastato per… spianarci la strada verso gli spareggi. Insomma, la caratura delle avversarie e il risultato in gioco, dovrebbero dare facilmente l’idea che non è stata - fino a questo punto - un’impresa memorabile. Gli azzurri andranno agli spareggi che, tra l’altro e considerando le ultime notizie, possono riservare qualche rischio in più del previsto. Si affacciano infatti le ombre del Galles di Bale o della Bosnia. Insomma, per andare al Mondiale servirà un’Italia diversa, cresciuta dal punto di vista della convinzione, della condizione, con qualche giocatore fondamentale in più (Florenzi) e anche più logica dal punto di vista tattico. Perché la partita di ieri sera ha detto una cosa insindacabile. Giocare così non è solo un rischio con la Spagna - ed infatti i risultati si sono visti - ma è anche come ficcare la testa dentro un imbuto contro un’avversaria molto più modesta, come Israele. Curioso che Ventura giudichi positivamente la prestazione - «Siamo stati 80 minuti nella metà campo rivale e comunque è un passo avanti» - ed è discutibile che questo sia davvero l’assetto migliore per far risaltare le qualità dei singoli e di conseguenza della squadra. Anche stavolta, per fare i due esempi più eclatanti, Insigne e Verratti non hanno fatto vedere nulla delle loro qualità. Insigne ha faticato ad entrare dentro al campo e quando gli è stato possibile - solo due volte - la squadra ha avuto una scossa. Ancora peggio è andata a Verratti che ha finito per pagare con i fischi una prestazione di cui non ha nessuna colpa. Schiacciarlo in un centrocampo del genere - a fare il gregario invece di esaltarne le capacità di recupero e di profondità - è il modo peggiore per valorizzare un talento assoluto che - paradossalmente e ingenerosamente - finisce addirittura al centro della critica. A scanso di equivoci, Verratti a 25 anni ancora da compiere, è uno dei talenti più puri, sicuramente tra i migliori in assoluto della sua generazione.