INVIATO A UDINE - Il ricordo della finale di Champions persa contro il Real Madrid nella mente di Gigi Buffon è ancora molto vivo e il portiere non è riuscito a nasconderlo nella conferenza stampa precedente al match di domani sera contro il Liechtenstein.
Buffon, come affronta questa partita contro il Liechtenstein?
Sono molto contento di giocare questa ultima partita della stagione. Andrò in campo con l’entuasiasmo di un giocatore che gioca per la sua Nazionale. Nello sport ci stanno le vittorie e le sconfitte: io ho vinto tanto e ho perso tanto perché ho combattuto per i trofei più importanti e in questi casi affronti anche avversarie importanti.
Dove troverà gli stimoli contro il Liechtenstein?
Gli stimoli ci sono sennò non sarei un professionista e un capitano. Ho fatto 23 anni di carriera… Abbiamo un obiettivo comunque importante e il mister ci stimola sempre. La soddisfazione più importante che ho avuto nella mia carriera è fare bene il mio lavoro e non avere rimpianti.
Tavecchio ha detto che la finale di Coppa Italia sarà il 9 maggio, ma il campionato finisce il 20. C’è stata abbastanza attenzione per la Nazionale?
Credo che sia un compromesso ragionevole. Ci sono diverse varietà di tinta tra il bianco e il nero e noi tendiamo a scegliere il grigio. E’ un segnale incoraggiante e spero che il problema si ponga perché vorrebbe dire che siamo al Mondiale. Manca un anno e la strada non è affatto semplice.
Il 2 settembre in Spagna per tanti motivi sarà una di quelle partite che tutta l’Italia guarderà. C’è il rischio di deconcentrarsi per le tappe intermedie come quella di domani?
Per quel che riguarda la futura partita con la Spagna se l’Italia si fermasse sarebbe un primo segnale di entusiasmo e vicinanza da parte dei nostri tifosi. Mi farebbe molto piacere. Prima di Madrid abbiamo solo la partita di domani e speriamo di arrivare in Spagna dopo aver messo nella testa la giusta empatia alle partite importanti con i rispettivi club. Troveremo il modo di essere pronti con le amichevoli e le prime 2 giornate di campionato.
Tra un anno pensa che potrebbe essere il giocatore che ha giocato più partite in Nazionale di tutti?
Non penso di poter arrivare a quel traguardo perché mancano 15-16 partite e in un anno non credo di farle. Probabilmente potrebbe essere l’ultimo anno e vorrei fare un anno da protagonista, come ho sognato di fare sempre. Un anno in cui si vede il Buffon attento ai dettagli e desideroso di lasciare il segno. Per riuscirci devo dare segnali importanti. Lavorerò per questo il prossimo anno. I traguardi squadra sono una conseguenza di quello che ci hai messo e di quello che hai dato durante l’anno.
Gli spagnoli quando subiscono 2-3 tiri in porta sono più tranquilli rispetto a noi. E’ stato così anche a Cardiff?
Ripensare a quella serata è complicato, ma si impara di più dalle esperienze negative che da quelle positive. C’è stato troppo ottimismo alla vigilia perché sfidavamo una squadra che ha 11 giocatori importanti. Il più “stupido” di loro ha giocato più partite importanti di me. E quando hai questa esperienza è fondamentale nei match chiave. Detto questo la Spagna contro di noi in questi anni ha sempre avuto difficoltà a parte la finale sciagurata dell’Europeo. E questo vuol dire che noi abbiamo le qualità per giocarcela sempre alla pari. L’esperienza che si acquisisce con le batoste nelle partite più difficili è utile.
Cosa pensa di Scuffet e di Meret?
Il Friuli è terra di grandi portieri e anche io sono per metà friulano. Ha inciso anche su di me magari… Sono due ragazzi di grande prospettiva, ma anche di presente. Hanno la sfortuna di avere davanti e di essere partiti dopo Donnarumma che è un portiere di prospettiva e che ha un grande presente. Questa cosa inciderà anche nel futuro, ma li troveremo in pianta stabile nella rosa della nazionale del futuro.
Il prossimo anno avere alla Juve come riserva Szczesny e in Nazionale Donnarumma le dà più stimoli?
Sono scelte giuste. Sono sempre stato una persona razionale e ho sempre cercato il senso delle cose. E’ giusto che la Juve prenda Szczesny e che in Nazionale ci sia uno bravo come Donnarumma. Per me sarà un doppio grande stimolo perché, anche se ho 39-40 anni, per mantenere un certo posto devo pedalare. Se non avrò più voglia di pedalare, starò a casa perché Donnarumma e Szczesny sono portieri titolari per meriti non perché qualcuno ha regalato loro qualcosa.
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— Nazionale Italiana (@Vivo_Azzurro) 10 giugno 2017
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