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ISTANBUL - Trentacinque minuti per spiegare le sue verità. In coda alla presentazione e alla firma del contratto con il Galatasaray, Cesare Prandelli ci ha raccontato la sua versione del Mondiale, i motivi del fallimento, confessando anche un aspetto delicatissimo: «Ricevere minacce, trovarsele anche nella cassetta della posta non fa piacere…Se avessi ricevuto una proposta da un club italiano? Non so se avrei accettato, in questo momento».
L’ex ct ha prima toccato molti punti caldi: «Balotelli? Nessun mistero, né reazioni. Il fatto è che Mario è uno che ha i colpi, non un campione determinante per la squadra. Gliel’ho detto: spero tu faccia tesoro di questa esperienza. Se uscirà dal suo mondo virtuale potrà essere ancora utile alla Nazionale. Rossi? Resta la mia più grande delusione personale. La sua reazione all’esclusione, intendo. Penso che un giorno anche lui dirà la verità. Le famiglie? Fino al 19 giugno i rapporti erano ottimi, eravamo organizzati in simbiosi…Così come la preparazione: prima della Costa Rica tutto ok. Ecco, forse in questo senso abbiamo proposto qualcosa di troppo avanzato. Lo spogliatoio? Unito con le fragilità che talvolta emergono. Le parole di Rossi e Buffon? Destinate alle nuove generazioni per aiutarle a crescere. Cassano? Scelta che rifarei. Comunque superare uno choc simile non è facile. L’aspetto morboso che si è dato al dopo a me non piace. Mi sono dimesso perché mia era la responsabilità di un progetto fallito. Cosa avrei dovuto fare: aspettare e chiedere la buonuscita, all’italiana? Per quasi quattro anni ho ricevuto più di quel che meritavo, adesso più attacchi del lecito. Chi verrà dopo di me dovrà lavorare per il calcio. Quando la Nazionale sarà la squadra più importante avremo risolto tutti i problemi».
"Ho fatto la scelta giusta": leggi la conferenza stampa integrale
L’ex ct ha prima toccato molti punti caldi: «Balotelli? Nessun mistero, né reazioni. Il fatto è che Mario è uno che ha i colpi, non un campione determinante per la squadra. Gliel’ho detto: spero tu faccia tesoro di questa esperienza. Se uscirà dal suo mondo virtuale potrà essere ancora utile alla Nazionale. Rossi? Resta la mia più grande delusione personale. La sua reazione all’esclusione, intendo. Penso che un giorno anche lui dirà la verità. Le famiglie? Fino al 19 giugno i rapporti erano ottimi, eravamo organizzati in simbiosi…Così come la preparazione: prima della Costa Rica tutto ok. Ecco, forse in questo senso abbiamo proposto qualcosa di troppo avanzato. Lo spogliatoio? Unito con le fragilità che talvolta emergono. Le parole di Rossi e Buffon? Destinate alle nuove generazioni per aiutarle a crescere. Cassano? Scelta che rifarei. Comunque superare uno choc simile non è facile. L’aspetto morboso che si è dato al dopo a me non piace. Mi sono dimesso perché mia era la responsabilità di un progetto fallito. Cosa avrei dovuto fare: aspettare e chiedere la buonuscita, all’italiana? Per quasi quattro anni ho ricevuto più di quel che meritavo, adesso più attacchi del lecito. Chi verrà dopo di me dovrà lavorare per il calcio. Quando la Nazionale sarà la squadra più importante avremo risolto tutti i problemi».
"Ho fatto la scelta giusta": leggi la conferenza stampa integrale