UDINE - Elogi per Kean e Mancini, ma anche tanta fiducia nella nuova Italia che sta crescendo. Giorgio Chiellini, che il suo esordio in azzurro lo ha fatto contro la Finlandia, non vede l’ora di iniziare il percorso nelle qualificazioni agli Europei. Il primo passo domani sera a Udine contro i nordici, con la formazione del Manico favorita. Il capitano però non si fida.
Chiellini, rispetto all’Europeo in Francia vede lo stesso bell’ambiente?
Io penso che il clima sia ottimo come è sempre stato. Siamo un gruppo di ragazzi che sta bene insieme, come sempre. Quando stai insieme 40-50 giorni si crea qualcosa di magico perché si soffre e si gioisce insieme. L’ambizione di questo gruppo è sentire quelle emozioni tra un anno e mezzo. Ora ci sono queste partite che ci devono far staccare il pass verso gli Europei dove poi cercheremo di dare il massimo e di vivere emozioni che le qualificazioni inevitabilmente non possono darti.
Le piace impostare il gioco, una delle cose nuove che le ha chiesto Mancini?
C’è sempre la possibilità di migliorare finché uno gioca. Nuove cose da fare per me sono uno stimolo in più e ho cercato sempre di imparare dai grandi giocatori e dai grandi allenatori che ho avuto nella mia carriera. Sono contento di aver aggiunto un altro tecnico dal quale posso imparare tanto.
Cosa vi ha dato Mancini?
Serenità, fiducia e entusiasmo, tre ingredienti che ci hanno fatto svoltare al di là delle qualità che tutti mettiamo in campo. Per chi ha vissuto l’eliminazione dai Mondiale non era facile e scontato.
Quali sono le migliori doti di Kean?
La forza fisica e l’attacco della porta. La sua dote principale però è far gol. Poi deve crescere nella continuità, nel migliori quotidianamente che non è così semplice, ma anche a gennaio, quando poteva andar via, gli ho consigliato di rimanere perché ero convinto che avrebbe trovato il suo spazio e avrebbe mostrato le sue qualità. Si sta godendo il momento, ma gli auguro di continuare così almeno fino a giugno. Per un ragazzo della sua età non è una cosa semplice.
Ha esordito contro la Finlandia nel 2004 e ora gioca contro la Finlandia. Chiudere la carriera azzurra vincendo qualcosa è un’ossessione che sente?
E’ una speranza e si lavora sempre per vincere. Non è un’ossessione neppure la Champions. Ci proveremo nei prossimi mesi. Intanto qualifichiamoci poi proveremo a vincere perché siamo l’Italia. Se ci riusciremo sarò felice e non ci riusciremo ci avremo provato dando tutto.