ROMA - Lapadula, Immobile e poi Manolo Gabbiadini: a volte ritornano. O meglio: l'intenzione del Napoli, sottolineata anche ieri dalle parole di Aurelio De Laurentiis, che come è già accaduto in altre occasioni ha continuato a rimarcare l'importanza del suo giocatore, è provare a trattenere l'attaccante con il sinistro di fuoco. O quantomeno non svenderlo: sia per motivazioni economiche, soprattutto considerando che a gennaio il club azzurro ha rifiutato un'offerta del Wolfsburg da 25 milioni di euro più 3 di bonus, sia per motivazioni tecniche. Nel frattempo il Gabbia si guarda intorno, smanioso di trovare una dimensione che possa consentirgli di ritrovare la continuità perduta: Inghilterra e Germania, i Paesi più interessati. Con tanto di prima proposta formale recapitata sul tavolo del Napoli: 22 milioni di euro dallo Stoke City. Risposta: picche. Per il momento va così.
IL MESSAGGIO - E allora, il segnale. Il messaggio che ieri De Laurentiis ha confezionato e poi spedito al suo attaccante. Già suo, niente da comprare: piuttosto trattenere. «Noi abbiamo un Gabbiadini che potenzialmente potrebbe fare 30 gol in serie A: di cosa abbiamo bisogno? Chi vivrà, vedrà». Più che altro è il Gabbia, ventiquattro anni, ad aver bisogno di qualcosa: giocare. Giocare con una continuità decisamente più elevata, rispetto a quella che in questa stagione, al cospetto di un Higuain semplicemente mostruoso, gli ha consentito di collezionare appena 9 presenze da titolare su 30 complessive (23 in campionato); 982 minuti (544 in campionato); e 9 gol (5 in campionato, 3 nelle partite saltate dal Pipita per la squalifica post Udine).
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