MILANO - Il grande freddo. Già perché la temperatura della trattativa tra la Fininvest e il consorzio cinese interessato alla maggioranza del Milan è scesa parecchio negli ultimi giorni. C’è chi dice addirittura sotto lo zero. E’ vero che il tempo perché possa risalire non manca, ma non si può nemmeno negare che allo stato attuale la fumata bianca sia più lontana. E non deve sorprendere che le parti direttamente coinvolte nelle discussioni, vale a dire i manager della stessa Fininvest e l’advisor Galatioto insieme al suo uomo di fiducia in Italia, Gancikoff, continuino a garantire, più o meno pubblicamente, che tutto proceda regolarmente. La realtà racconta invece come tutto sia legato agli umori di Berlusconi, che, al di là del ricovero in ospedale di ieri, è tornato ad avere pesanti dubbi sull’opportunità di vendere il Diavolo. Insomma, la stesura del corposo contratto da sottoscrivere nel caso in cui si arrivasse all’intesa preliminare (quella che impedirebbe un dietro-front, se non con il pagamento di massicce penali) può anche proseguire, ma non significa che poi Berlusconi voglia apporre il suo autografo.