ROMA - «Mi chiamo Adelmo, come quello che canta, Adelmo Fornaciari, in arte Zucchero. Io, per gli amici, sono Memmo». C’è un prima e c’è un dopo. Il calcio al tempo di Adelmo “Memmo” Eufemi, il moretto di Anzio, classe ‘35, numero 5 diventato 3, nove anni di Lazio, la Coppa Italia vinta nel ‘58, madre dei successi, era il calcio che ha cambiato tutto:
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Eufemi esordì per un gesto di onestà, per volere di un compagno:
LUI E TOZZI - Si chiama Adelmo come Zucchero, divideva la camera con Humberto Tozzi che faceva l’attaccante e non il cantante: «Era fortissimo, ma soffriva di saudade. Voleva dormire con me in camera, io dormivo in tutti i modi, non mi disturbavano la finestra aperta o le 40 sigarette fumate. Tozzi beveva il bitter. Li teneva sotto al letto, era nostalgico. Un giorno giocò ubriaco»
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