Verso gli Europei: il 1968 e la monetina

Vi riproponiamo tutte le partite dell'Italia nella fase finale dei Campionati europei, tra cifre, curiosità, aneddoti e dichiarazioni a caldo dei protagonisti: un cammino che ci porterà a Francia 2016. Ecco il 1968: la prima volta è molto speciale...
Verso gli Europei: il 1968 e la monetina© Corriere dello Sport
Pietro Cabras
3 min

La prima volta non si scorda mai. Perché non ci sarebbe più stata una seconda. La prima volta dell'Italia in una fase finale di un campionato europeo è suspence ed emozione, attesa e alla fine anche fortuna. Perché non decidono i giocatori in campo chi dovrà andare a giocarsi il trofeo contro la Jugoslavia, nella tiratissima semifinale dello stadio San Paolo di Napoli, il 5 giugno 1968, tra Italia e Unione Sovietica. Ma decide una monetina, perché il calcio non ha ancora inventato i tiri di rigore come giudice ultimo se la partita si chiude in parità: saranno introdotti subito dopo, anche se il padre dell'idea è un giornalista del profondo Sud della Spagna, don Rafael Ballester, che l’aveva fatta debuttare nella finale del 1962 del trofeo Ramon de Carranza di Cadice, tra Barcellona e Saragozza (vince il Barça di Kubala, per la cronaca).

Quando Italia e Urss rimangono inchiodate invariabilmente sullo 0-0 dopo 120 minuti, nello spogliatoio italiano non ci sono dubbi su chi parteciperà al sorteggio nello stanzino del poliglotta arbitro tedesco Kurt Tschenscher, impiegato di una agenzia di assicurazioni: «Tranquilli, non ce n'è per nessuno, ci pensa Giacinto» dice Tarcisio Burgnich detto Roccia. «Allora si diceva che bastava che Facchetti tirasse in aria cinque lire che ne ritornavano giù mille».

Viene scelta, dietro solenne cerimonia, una moneta francese fuoricorso del 1906, raffigura la Vittoria Alata da una parte, la croce di Lorena dall'altra. «Far gol con la monetina era molto più difficile che far gol di piede» racconterà dopo Facchetti, il capitano azzurro. Che sceglie la figura. La leggenda vuole che in un primo lancio la moneta sia sia fermata in piedi in una fessura. Ma il lancio buono porta in aria la Vittoria Alata, che significa la vittoria dell'Italia. 

Un addetto della federazione corre in campo a informare a grandi gesti il pubblico del San Paolo, partono i fuochi d'artificio. Passa l'Italia, Valcareggi gioisce: «Grande impegno, i ragazzi hanno meritato». In finale, a Roma, non ci sarà Rivera: si è fatto male, uno stiramento al bicipite femorale destro. Sarà ancora più difficile, ma intanto siamo in finale: per una Nazionale che non vince nulla dal 1938, è già un successo. 

 

Napoli, Stadio San Paolo, 5 giugno 1968, semifinale

ITALIA-URSS 0-0 dts

ITALIA: Zoff, Burgnich, Facchetti, Bercellino, Castano, Ferrini, Domenghini, Juliano, Mazzola, Rivera, Prati. CT: Valcareggi

URSS: Schennikov, Afonin, Istomin, Kaplicni, Schesternev, Lenev, Malofeev, Bishovets, Banishevski, Logofet, Evruzhikin. CT. Jakuscin.

ARBITRO: Tschenscher (Germania Ovest)

QUALIFICATA: Italia (per sorteggio)


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