Tramezzani: «Albania, ecco la mia miniera d'oro»

I 'consigli per gli acquisti' di Paolo Tramezzani, vice di De Biasi sulla panchina dell'Albania: «Cikalleshi, Balaj e Sadiku possono diventare grandi attaccanti. Poi c'è Roshi, un esterno destro molto veloce»
di Tommaso Maggi
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ROMA - L'Albania, una miniera d'oro di talenti. Una Nazionale che sta stupendo tutti. E il merito è di Gianni De Biasi e del suo staff. L'Albania è seconda nel girone di qualificazione a Euro 2016 a pari merito con la Danimarca e a soli 2 punti dal Portogallo di Cristiano Ronaldo. L'impresa di volare alle fasi finali del campionato europeo è vicina. Sarebbe un traguardo mai raggiunto in più di 50 anni di storia. Quali sono i segreti del successo di questa Nazionale? Ne abbiamo parlato con Paolo Tramezzani, ex giocatore di Inter, Tottenham e Atalanta, attuale vice di De Biasi sulla panchina della Nazionale albanese.

L'Albania è una delle rivelazioni del cammino a Euro 2016. La qualificazione è vicina?

«E' difficile ma sarebbe un traguardo storico perché l'Albania è una Nazionale che non ha mai partecipato a nessuna fase finale di un Europeo o di un Mondiale. Abbiamo fatto benissimo anche se sappiamo che non basta. Dobbiamo mantenere la concentrazione e continuare così».

I gravi fatti di Belgrado e il conseguente 3-0 a tavolino con la Serbia: il tuo ricordo di quella sera.

«Quello che è successo quella sera è incredibile. Poteva finire molto peggio. Avevamo paura, nei giorni precedenti alla partita ci eravamo accorti che non era una situazione semplice: era una città sotto assedio e abbiamo vissuto quei giorni in un clima irreale. Quello che succedeva fuori era assurdo ma in campo è stato diverso. Molti calciatori serbi hanno agevolato la distensione con il loro senso di responsabilità. Ora stiamo aspettando il ricorso del TAS che dovrebbe arrivare dopo metà giugno. C'è speranza anche perché la sconfitta per 3-0 a tavolino ci penalizza molto».

Lo scorso settembre ha fatto scalpore la vittoria dell'Albania in casa del Portogallo, un risultato storico. Recentemente De Biasi ha anche ricevuto la cittadinanza onoraria per meriti sportivi. Insomma siete stati 'adottati' da questo popolo.

«E' un paese che ci sta dando emozioni straordinarie. E' un popolo con una grande umanità. Vedono nel nostro percorso e nei nostri successi una sorta di riscatto. Per noi è molto gratificante».

La Serie A parla albanese già da anni. Nella Lazio ci sono Berisha e Cana: due giocatori importanti.

«Berisha è un portiere che ha scoperto Gianni (De Biasi, ndr) in una piccola formazione svedese. Ha doti importanti e il suo percorso con la Lazio è in netta crescita. Per quanto riguarda Lorik (Cana, ndr) posso solo dire che è un giocatore veramente fondamentale per questa Nazionale. E' una bandiera».

Hysaj è stata una delle rivelazioni dell'Empoli di Sarri. E' un terzino già pronto per fare il salto in una squadra più importante?

«Lo seguo da quando era negli allievi dell'Empoli. E' un giocatore che ha avuto una crescita esponenziale in questi ultimi anni con Sarri. Ha una continuità che pochi hanno. E' veramente un giocatore di rendimento che difficilmente sbaglia la partita. Grande corsa e dinamismo, può giocare a destra o a sinistra anche se lui è un destro naturale».

Negli ultimi mesi nel Parma, nonostante le difficoltà societarie, si è messo in evidenza il giovane albanese Lila. Che giocatore è?

«Mi sta sorprendendo. Ha un temperamento pazzesco nonostante la sua giovane età. E' un centrocampista centrale ma ha anche buona qualità, quasi da trequartista. Ha voglia, fame e personalità. Ce ne sono tanti come lui qui in Albania, sono ragazzi che danno l'anima».

Ormai è già tempo di mercato. C'è qualche giovane albanese che consiglieresti a una squadra italiana?

«Sicuramente Cikalleshi, attaccante classe '90 del RNK Spalato. Ha una grande fisicità: può fare la prima ma anche la seconda punta. Poi c'è Balaj, attaccante classe '91, del Rijeka: lui è proprio il classico centravanti, ha deciso la sfida con il Portogallo con un grandissimo gol e ha già una buona esperienza avendo giocato con Slavia Praga e Sparta Praga. Un altro centravanti molto interessante è Sadiku in forza allo Zurigo, un classe '91 molto forte fisicamente con un gran fiuto del gol».

Altri ruoli?

«Sicuramente Roshi, centrocampista che gioca a Francoforte nella serie B tedesca: è un esterno destro con una grande velocità».

Recentemente il ct De Biasi ha dichiarato: «In Italia c'è poca fame e troppi videogame».

«E' un pensiero rafforzato dal fatto che qui in Albania c'è una cultura e una mentalità diversa tra i giovani. C'è sicuramente più fame, più voglia di emergere. In Italia purtroppo non è facile per i giovani trovare continuità, spesso non hanno il tempo per maturare e sicuramente questo li penalizza».

A febbraio hai incontrato con la tua Accademia Allenatori Sinisa Mihajlovi che è uno dei candidati per la panchina del Napoli. Che impressione ti ha fatto quel giorno? Può essere l'uomo giusto per il club di De Laurentiis?

«Mi ha fatto un'impressione molto positiva. Lo conoscevo già ma ho avuto la possibilità di trascorrere con lui una giornata intera. Ha un carattere che ti cattura. I suoi risultati sono sotto gli occhi di tutti: ha avuto un impatto devastante alla Samp. Ha uno stile di gioco molto chiaro e ha una grande dote: quella di far rendere i giocatori al 100%. Ha una mentalità vincente che si sposa bene con una piazza come Napoli».


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