ROMA - "Mi aspetto una grande reazione". A dirlo è Emiliano Cafarelli, il numero 9 della prima squadra dell'Urbetevere. Il ko di misura contro la capolista Aurelio Fiamme Azzurre della scorsa settimana ha lasciato l'amaro in bocca ma anche una voglia infinita di rivincita. Perché il calcio è così: ci sono sempre altri 90 minuti da vivere fino in fondo. "La nostra squadra gioca palla a terra, tutti applichiamo le idee del mister in campo. Però facciamo fatica a trasformare in gol l'enorme mole di gioco che creiamo ogni domenica. E' un peccato perché questa situazione la stiamo vivendo da troppo tempo. Bisogna essere più cattivi, normalmente quando domini a centrocampo la vittoria è quasi sempre una conseguenza…". Sul cammino dell'Urbetevere c'è la Civitas Ostia Antica. Traduzione: oltre a una matricola, un campo in terra e pure piccolo. "Non conosciamo nessuno tra gli avversari - continua Cafarelli - però di certo è una squadra che cerca di creare le sue fortune nel proprio fortino. Sarà una partita dove dovremo essere bravi trovare i giusti spazi, l'agonismo sarà il leitmotiv della sfida".
PIEDE DA NUMERO 10 - Cafarelli ha un piede superiore alla media dei centrocampisti di Prima Categoria. Non a caso nasce trequartista. Da giovane, prima di un grave infortunio che ha compromesso la sua carriera da professionista, ha assaggiato palcoscenici importanti indossando le maglie di Castel di Sangro e Palmese. Il 34enne si è fatto un'idea precisa del girone C: "La classifica è molto corta e ci permette di rimanere a galla. La chiave sta nel concretizzare il nostro gioco. C'è la possibilità di fare bene, mi fido dei miei compagni. A differenza di altri gironi, dove ci sono delle corazzate stile Real Madrid, il nostro non ha padroni. Adesso dipende tutto da noi".