Casalotti, Soldi scalpita: «Mamma, devo giocare»

Il difensore torna dopo il terribile infortunio: «Mi ha supplicato di smettere, ma senza calcio mi deprimo...»
Casalotti, Soldi scalpita: «Mamma, devo giocare»
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ROMA - "Non mi ricordo nulla dell'incidente. Mamma mi ha supplicato di smettere perché si è spaventata: in tribuna dicevano "non respira", "si è rotto la testa" e lei ci ha messo un po' ad arrivare in campo. Non è cattiveria, mi piace troppo giocare. Quindi sono tornato ad allenarmi martedì scorso e adesso sono a disposizione per giocare domenica". A parlare è Enrico Soldi, difensore del Casalotti, rientrato a pieno regime dopo il grave infortunio alla testa (scontro fortuito con il suo portiere) durante Casalotti-Junior Portuense. La partita fu sospesa nel secondo tempo. E in settimana è stata recuperata: 3-2 lo score finale a favore del Casalotti. "Mi hanno vendicato", dice con un sorriso il jolly difensivo. "A parte gli scherzi, dico grazie anche ai ragazzi della Junior Portuense che mi hanno riconosciuto chiedendomi come stavo. Per fortuna è tutto alle spalle, ho solo un ematoma sotto l'occhio ma passerà nel giro di poche settimane".

COME CHIVU - Se domani sarà convocato contro il Morandi (seconda della classe nel girone A di Prima Categoria), Soldi indosserà un caschetto protettivo, come accadde a Chivu, ex Roma, che proprio come lui poteva giocare da terzino o da centrale. "Non sono alto, però sono veloce: preferisco giocare centrale ma senza problemi posso spostarmi sulla fascia".

LIBRI E PALLONI - Soldi è un giovane ingegnere: ha già conseguito la laurea triennale e sta chiudendo gli studi all’università. Studente di giorno, calciatore la sera per gli allenamenti e la domenica mattina per le partite. "Se tolgo il calcio alla mia vita mi deprimo, è una valvola di sfogo tra i libri e le lezioni all'università. Il campo del Casalotti è a cinque minuti di macchina da casa, una salvezza. E' il primo anno che sto in questa società, mi trovo bene, anche perché in squadra ho molti amici”.


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