SAN PIETROBURGO (Russia) - La solita, ma insolita, Germania. La nazionale di Löw - con un pizzico di fortuna - vince la sua prima Confederations Cup con una nazionale sperimentale zeppa di giovani e riserve. Un gran bel Cile cade 1-0 per mano di Stindl, uomo del match della finale di San Pietroburgo, dove riecheggia inesorabile l'assioma di Lineker: "Il calcio è un gioco semplice: ventidue uomini rincorrono un pallone per 90 minuti, e alla fine la Germania vince".
DISASTRO DIAZ, STINDL GOL - Il Cile gioca bene e meglio della Germania nei primi venti minuti. I sudamericani vanno vicini al gol in due occasioni, ma si fermano davanti a uno strepitoso Ter Stegen, che nega il gol a Vidal in due occasioni (4' e 20'). Al primo errore della Roja, però, la Germania passa. Marcelo Diaz la combina grossa al 20', quando perde palla al limite dell'area: per Werner è un gioco da ragazzi servire Stindle, solo soletto e con la porta spalancata davanti per l'1-0 tedesco. Da qui la Germania prende coraggio e va vicina al raddoppio in due occasioni con Goretzka, ma in un caso il talento dello Schalke è impreciso (destro fuori al 36'), nell'altro deve arrendersi a una gran parata di Bravo (45').
VAR, DA RIVEDERE - Nella ripresa i ritmi sono più lenti, con la Germania nei primi quindici minuti gestisce bene il vantaggio. Al 66' Jara, ai più noto per il dito tra le natiche di Cavani che costò il rosso al Matador nella Coppa America di due anni fa, rifila una gomitata volontaria a Goretzka. L'arbitro non vede, si affida al Var, che dopo un lungo consulto decide semplicemente per un giallo ai danni del difensore cileno.
SUPER TER STEGEN - Var che poi punisce, in un certo senso, proprio il Cile: Vargas, per aver chiesto all'arbitro l'intervento del Video Assistant Referee, si becca un giallo. Il ct Pizzi viene allontanato, per lo stesso motivo, dall'arbitro serbo Mazic. Nel frattempo, però, la Germania si tiene a galla grazie alle parate del proprio portiere Ter Stegen, in chiara serata di grazia. E quando si distrae un attimo, il Cile non colpisce: all'85' Puch è fenomenale nell'anticiparne l'uscita e a servire Sagal, ma il tiro dell'attaccante risulta alto da buona posizione. L'ultima occasione è in pieno recupero: la posizione è ghiotta, la punizione di Sanchez è forte e bassa, ma il portiere del Barcellona si allunga bene e para. Le mani sulla Confederations Cup sono sue, ma ciò che fa più paura è il segnale dato dalla Germania: a un anno dal Russia 2018 sono tutte avvisate, i campioni del Mondo non sono sazi.