INVIATO A CASTEL VOLTURNO - Quelle sera finì in prosa, o magari anche peggio (chissà?) perché è lecito per chiunque, pure per un galantuomo che tra le proprie reazioni più scomposte ha lo scatto del sopracciglio, perdersi tra le nuvole d’ira. Quella notte altro che le streghe, i fantasmi e i retropensieri sui poteri forti (quelli più forti, chiamiamoli così): perché pure in una sfida tra titani, volendo, si ha il diritto di lasciarsi andare a qualche legittimo sospetto... Quella volta in cui Viktor Kassai ne combinò d'ogni colore, e fu facile persino definirlo il signore in blanço, Carlo Ancelotti, allora tecnico dei tedeschi, rimase basito dinnanzi ai video, vomitati a ritmo continuo per testimoniare l’Enorme Ingiustizia: e comunque, se ne sarebbe potuto fare persino a meno di quei fotogrammi, perché in Real Madrid-Bayern Monaco, uno dei più enormi scheletri negli armadi della classe arbitrale, sarebbe stato sufficiente «avere un arbitro più capace».
CAPOLAVORO - Quella partita era in controllo del Bayern, che aveva perso all’andata, in casa, per 2-1 dal Real Madrid, ma stava vincendo con lo stesso punteggio al Santiago Bernabeu. Un capolavoro di astuzia, d’intelligenza, un pizzico di buona sorte e comunque un’impresa possibile sino a quando non scese in campo Kassai, l’ungherese che domani sera dirigerà Napoli-Liverpool, e indirizzò pesantemente la sfida e decisivamente la qualificazione alla semifinale di Champions League tra il 94’ e i supplementari. Espulso Vidal, per non aver commesso il fallo: secondo giallo, fuori; gol di Cristiano Ronaldo in evidente, clamoroso, gigantesco, oceanico fuorigioco. «E’ arrivato il momento di introdurre la moviola in campo». O anche un arbitro che non si chiamasse Viktor Kassai, quell’ombra che si è allungata ancora dinnanzi agli occhi di Ancelotti, venerdì, quando alla vigilia di Juventus-Napoli gli è stato chiesto del Var, dei suoi effetti, della sua incidenza. «Io sono felice del Var, va sistemato e portato in Champions quanto prima». Stava pensando a Kassai, fidatevi.