Se vi piace il calcio ingiusto ed evitabilmente impopolare; se siete cultori della teoria secondo la quale “l’arbitro sbaglia proprio come un giocatore e i suoi errori devono essere sempre accettati”; se gradite il risultato non corrispondente alle risposte del campo: se, in altre parole, nel 2018 tollerate ancora il calcio “politico o soltanto miope”, la sudditanza psicologica, la malafede spacciata per buonafede (non sempre, certo), per voi l’Uefa ha allestito il torneo ideale: si chiama Scempions League. O delitto calcistico perfetto.
E’ una manifestazione che quest’anno porta in finale Real Madrid e Liverpool, due squadre che nelle semifinali e anche precedentemente (Real-Juve) hanno goduto di straordinari aiuti arbitrali.
Non discuto la forza o la condizione di forma delle due beneficiate, trovo tuttavia insopportabile che nella stagione del Var si possa assistere a scempi del genere, peraltro documentatissimi.
Non ne faccio una questione di inferiorità politica delle italiane: i tedeschi hanno una federazione importante eppure tanto l’anno scorso - sempre col Real - quanto quest’anno sono stati buttati fuori dai referee - non dimentico che due anni fa la sfida Juve-Bayern fu risolta dai direttori di gara. E vogliamo parlare di Barcellona-Psg della stagione scorsa?
Il presidente dell’Uefa ha già fatto sapere che non introdurrà la video-assistenza, non subito. Questa è politica, non è calcio: non si è forse accorto che decine di telecamere più o meno dedicate hanno consegnato il fischietto a milioni di telespettatori? Non è forse il caso di evitare altre figure di merda di portata planetaria? Quando verrà restituita un po’ di credibilità al calcio?
Arrivederli a Kiev.