ROMA - «Basta la politica dell'incudine, cominciamo la politica del martello e passeremo alle vie giudiziarie se i nostri legali lo riterranno opportuno». Il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, prosegue nella linea tracciata negli ultimi giorni e continua a giocare all'attacco nei confronti di chi critica il suo mondo. Lo fa al termine del Consiglio federale, sottolineando quanto fatto di buono sotto la sua presidenza e annunciando, tra l'altro, che il limite per la riforma dei campionati, visti i casi delle Leghe Dilettanti e Pro, è stato prorogato al 14 agosto e che il blocco dei ripescaggi non sarà attuato nella prossima stagione. Lo fa in una conferenza con accanto il procuratore Figc, Stefano Palazzi, cui viene concesso di parlare con la stampa. Come mai prima. «Potrete fargli tutte le domande possibili - aggiunge il n.1 di via Allegri -. Cambiano l'atteggiamento circa la comunicazione, in futuro non ci sarà solo il procuratore ma anche altri soggetti a seconda degli argomenti». Il consiglio ha approvato all'unanimità la nascita di tre procure territoriali (Milano, Roma e Napoli) con la responsabilità dei procedimenti che riguardano il mondo dilettantistico. Con l'istituzione delle Procure territoriali, sarà affidata ad una Procura Federale centrale la responsabilità sulle indagini per il calcio professionistico e per i dirigenti federali. «È una riforma giusta e intelligente che può contribuire a far funzionare meglio l'ufficio», spiega Palazzi comunicando inoltre che «domani un delegato della procura andrà a Catanzaro grazie alla disponibilità e alla fiducia della magistratura ordinaria per il ritiro degli atti di indagine penale». Lo stesso n.1 di via Campania «a breve» si recherà nella procura calabrese per un confronto con i magistrati. L'obiettivo è avviare i processi quanto prima: «Faremo tutti gli sforzi per completare entro l'inizio della prossima stagione, contiamo a far fronte ad una mole di lavoro enorme». Gli uffici federali potrebbero avviare presto un altro procedimento sui nuovi atti di Cremona, rinvigoriti dalle dichiarazioni del capo degli zingari Hristiyan Ilievski: «Valuteremo se ci sono elementi nuovi e che non abbiamo già esaminato in tutti i procedimenti. Se ci saranno, l'azione disciplinare è doverosa».