Cos’è un sogno conficcato in un pallone? È una voce che nasce e rimbalza ovunque: e può essere un’idea, una dolcissima tentazione o anche la legittima aspirazione di credere in un futuro fantasioso, in cui perdersi tra dribbling e genialità, incantati da James Rodriguez. Il mercato è sospiri, intrighi misterioso che possono apparire irrisolvibili e però pure deliri inaspettatamente realizzabili e in Germania gli spifferi si sono ingrossati di ora in ora, hanno creato un movimento d’opinione che s’è insinuato teneramente nell’universo mediatico: James Rodriguez piace (anche) al Napoli, chiaramente affascina Carlo Ancelotti, il suo allenatore al Real Madrid nell’anno della Decima ma anche l’uomo che poi, tre anni dopo, l’ha convinto a trasferirsi a Monaco, con il Bayern, inconsapevoli che quell’idillio sarebbe durato appena un paio di mesi.
LO SHOWMAN. James Rodriguez è il calcio nella sua espressione più gioiosa, è l’estro allo stato puro, è ricchezza tecnica, autorevolezza espressiva, è bellezza nelle movenze, ma è pure un investimento indiscutibilmente mostruoso che i media tedeschi hanno però riassunto con sintesi assai persuasiva: il Bayern è casa Rodriguez - adesso, un tormento per colpa del legamento collaterale del ginocchio sinistro che gli costerà ancora un periodaccio in questa stagione - e il riscatto fissato per la prossima estate, entro il 15 giugno, di 42 milioni è una opportunità eventualmente da sfruttare, anche per far plusvalenza attraverso una cessione da assecondare con una sessantina di milioni di euro.
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