Barella, nient'altro che la verità

di Ivan Zazzaroni
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Un autentico festival, un intreccio di rapporti e collegamenti; un sottile gioco psicologico fatto di aperture, spostamenti d’attenzione, realtà e fantasie, chiusure e riaperture. Al centro di tutto il ragazzo d’oro di Sardegna, Nicolò Barella, 22 anni il 7 febbraio, esordio in prima squadra a 17, titolare nella Nazionale di Mancini, giocatore in grado di coprire tutti i ruoli del centrocampo (regista, trequarti, interno); un FestivalBarella, insomma, che impone, oggi, tre e più gradi di chiarezza. Partendo da qui: per prenderlo si sono mossi Napoli, Inter, Chelsea e più timidamente lo United. La Juve è fuori dai giochi per scelta: Nicolò non corrisponderebbe all’identitkit fisico e tattico della mezzala di statura internazionale.
Di De Laurentiis l’offensiva più concreta, lanciata non appena il Psg si è spinto fino a 80 milioni per avere subito Allan (l’incontro esplorativo a fine dicembre in un hotel di Roma). Il presidente del Napoli ha chiamato e richiamato Tommaso Giulini offrendo Ounas o Rog più una ventina di milioni. Giulini ha preso tempo delegando al ds Carli (e a Giuntoli) l’eventuale sviluppo dell’operazione. L’ultima telefonata da Los Angeles De Laurentiis l’ha chiusa così: «Tommaso, chiamami quando hai deciso cosa fare». Secondo alcuni esponenti della tifoseria cagliaritana (il gruppo degli Sconvolts, decisamente influente) Barella non accetterebbe il Napoli proprio per una questione di fedeltà e rapporti tra tifoserie: ma siamo nel campo delle supposizioni. Anche l’Inter ha manifestato a più riprese il proprio interesse a Giulini, che peraltro è di estrazione interista, chiarendo che a gennaio non può operare per via dei vincoli imposti dal FPF, ma che gradirebbe riparlarne a giugno su basi accettabili: una quarantina di milioni la valutazione complessiva, fondamentale l’inserimento di una contropartita tecnica (Bastoni, Eder). Con Giulini si è fatto vivo anche il presidente Zhang.
E ancora: tre giorni fa un collaboratore del Manchester United, che ha ricevuto relazioni estremamente positive dal suo storico osservatore in Italia, David Williams, amico personale di Ferguson, ha illustrato a Giulini la posizione del club: 30 milioni di sterline prendere o lasciare.
Infine il Chelsea: partito Fabregas per Monaco, Sarri ha chiesto a Marina Granovskaia che lo spagnolo fosse sostituito («per uno che esce, uno che entra») indicando le sue preferenze: Leandro Paredes, 24 anni e mezzo, ex Roma, ora allo Zenit, oppure - appunto - Barella: il primo è in grado di sostituire Jorginho, il secondo di porsi come alternativa ai tre di centrocampo. Il Chelsea ha fretta di chiudere una delle due trattative e vorrebbe farlo entro la settimana, anche per permettere al Cagliari (se la scelta dovesse cadere su Barella) di trovare un sostituito di livello: si era parlato di Nahita Nandez, ex Peñarol allenato da Diego Lopez, e ora al Boca, nel frattempo è arrivato Birsa dal Chievo. Conoscendo i parametri della Granovskaia, l’opzione Paredes, che a differenza di Barella vanta alcune presenze in Champions, sembra la più praticabile. «Difficile che Marina offra 50 milioni al Cagliari, al massimo arriva a 35 - mi spiegava un operatore molto vicino alla plenipotenziaria di Stamford Bridge - più facile che ne dia 50 allo Zenit. Per lei il curriculum ha un peso rilevante. Ma ci può stare tutto, Zola è un alleato di Giulini. Se Marina decide di andare sull’italiano ha i mezzi per prenderlo in poche ore».
La posizione di Giulini è chiarissima: valuta Barella tra i 40 e i 50 milioni e preferirebbe perderlo a giugno, a salvezza ottenuta. Il ragazzo d’oro è ormai il leader della squadra e ha un’incidenza notevole sul gioco del Cagliari. Chiaro che di fronte a un club in grado di arrivare a 50, oltretutto in tempi ragionevoli, proverebbe a soddisfare le ambizioni del ragazzo rispettando al tempo stesso gli equilibri di Maran.


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