ROMA - È bello pensare che tutto sia nato a cena, nello splendido scenario del quartiere di Newport, commentando i 23 punti di Tatum e i 10 rimbalzi di Morris, decisivi nella prima vittoria stagionale dei Boston Celtics contro Philadelphia. In realtà della Roma stavano parlando da molto prima, Pallotta e Monchi, cercando di far collimare le esigenze tecniche della squadra con le necessità finanziarie del club.
YES - Il risultato del confronto, grazie ai conti in miglioramento che verranno vidimati dall’assemblea degli azionisti in programma il 26 ottobre, è la volontà di inserire almeno un giocatore, probabilmente un centrocampista, nella rosa di gennaio. Proprio per questo Pallotta ha voluto incontrare Monchi in un secondo momento, dopo aver discusso il tema stadio con Baldissoni. I due dirigenti si sono dati il cambio a Boston per affrontare ognuno gli argomenti di propria competenza. E quando un direttore sportivo attraversa l’oceano, c’è sempre un motivo specifico.
FURIA - Il nome ideale che Monchi ha individuato per migliorare la Roma è Hector Herrera. E’ la cosiddetta opportunità, l’occasione da cogliere al volo nel rapporto qualità (tanta)/prezzo (basso). Herrera, capitano della nazionale messicana, va in scadenza con il Porto a giugno. Ha una clausola rescissoria da 40 milioni, è vero. Ma è anche a un passo dall’addio alla sua società, dopo i tentati-vi falliti di rinnovo durati fino a pochi giorni fa.
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