ROMA - (...) Giù il sipario, dunque, perlomeno là davanti, in quella terra abitata da una popolazione ritenuta ricca di fantasia e sufficiente per affrontare campionato, coppa Italia e Champions: «Un nuovo centravanti al posto di Inglese? E per non far giocare quelli che abbiamo in quel ruolo: e cioè Milik, Mertens e Verdi, che può fare il falso nueve. Io ho grande rispetto dei miei collaboratori e del mio allenatore».
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Ma ci sono verità che non si possono confessare, fossero state anche solo idee, e poi esistono le umanissime tentazioni, i sogni coltivati con se stesso: però il Napoli ha pensato, tre giorni fa, quando la partenza di Inglese ha indotto a riflessioni, a sterzare e prepotentemente sul mercato offensivo attraverso un colpo emozionante che di nome faceva Ciro e di cognome Immobile. E’ successo, una lampadina che si è accesa, un telefono per avere notizie lateralmente, tentando di non urtare la suscettibilità di nessuno, e una sorta di perlustrazione per capire se e quanti margini d’intervento ci fossero: ma ormai si era un pochino avanti, la Lazio avrebbe avuto difficoltà a trovare un sostituto, ammesso che poi ci sarebbe stata in Lotito la volontà di cederlo. Ma il Napoli per una notte - forse due - è rimasta aggrappata a questa follia di mezz’estate, impercorribile però vissuta appieno e silenziosamente.
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