Quella di Ronaldo, prima che un’operazione complicatissima, è una scelta. Una scelta in controtendenza, di rottura - netta - con un passato di successi interni ma non internazionali, per Agnelli e il Gruppo. La scelta di puntare al bersaglio più grosso investendo pesantemente e entrando di diritto nel gruppo dei primi cinque, sei club del mondo per spese, ricavi e obiettivi dichiarati. Una scelta disarmonica che non può prescindere da un elemento, l’entusiasmo. Dubito fin dall’inizio che l’arrivo di Ronaldo a Torino sia possibile, in primo luogo per una questione di numeri e poi perché sospetto che il portoghese punti essenzialmente al prolungamento del contratto col Real, ovviamente sostenuto da un notevole aumento (ieri sera primo vertice Perez-Mendes). Come mi ricordava un direttore tecnico spagnolo, «qui nessuno crede che Ronaldo passi dal club più importante del mondo col quale ha vinto tre Champions di fila e che gli garantisce - testuale - una risonanza brutale a uno che a oggi non rientra nell’élite europea e partecipa a un campionato di seconda fascia. Cristiano è un narciso, un egocentrico e non chiuderà mai la carriera in un club non di primissimo piano. Sta pensando di lasciare Madrid, questo è vero, ma se Florentino gli viene incontro tutto si aggiusta. Altrimenti Psg, oppure Asia o Stati Uniti».
Le considerazioni in libertà di un addetto ai lavori le riporto senza commentarle poiché illustrano il punto di vista della maggioranza degli operatori spagnoli, media esclusi. Al momento la trattativa CR7-Torino, quella seria, non è nemmeno cominciata, ma alla Juve non dispiace affatto di essere accostata al fenomeno: lo gradisce notevolmente anche la Borsa dove la sola ipotesi CR7 ha fatto volare l’azione Juve che ha superato addirittura il 7,2 per cento - un incremento record. Sorrisi, no comment, qualche battuta sussurata dagli uomini Juve mentre i giornali spagnoli, gli stessi che hanno pubblicato la notizia in ventesima pagina - dubito che avessero articoli più importanti riguardanti il Mondiale -, raccontano che Ronaldo starebbe già cercando casa a Torino, pardòn: una villa con tre piscine (perché tre, poi?), che avrebbe già effettuato le visite mediche in Germania e che nelle prossime ore dovrebbe iscrivere tutti i figli di madre diversa nella stessa scuola, naturalmente del centro. Se CR7 arrivasse in Italia sarei il giornalista più felice del mondo: da solo, riuscirebbe a riaccendere la luce sulla Serie A, e non importa se Allegri partirebbe sempre da 1-0: cambierebbe poco rispetto agli ultimi sette anni, peraltro. Certo, Max sarebbe costretto a iniziare la stagione con l’obbligo di vincere la Champions.