ROMA - La strada è tracciata: e ci si può perdere, non solo nel tragitto, ma nella maestosità del terzo paese, per superficie, più grande del mondo, tra quel miliardo e passa di abitanti, in quella opulenza calcistica ch’è di chiunque e che costringe ad aggiornare quotidianamente l’inventario e semmai pure a riscoprire l’orizzonte: però è quello il percorso e Marek Hamsik lo conosce, anche se non è semplice orientarsi, neppure tra le offerte. Ci sarà da aspettare (il giusto, si suppone) perché il mercato è ovunque lo stesso e poi ci sarà da scegliere, sapendo che adesso non c’è fretta, il campionato è fermo per il Mondiale e dunque le riflessioni saranno di chiunque, anche di chi compra.
Però c’è un quadro definito e un altro che va arricchendosi: c’è la certezza, ora, dopo l’intervista di Fabio Cannavaro al Corriere dello Sport-Stadio, che il Guangzhou Evergrande non lo farà per garbo, stile e motivi squisitamente romantica («non voglio essere io, napoletano, a portar via il capitano dal Napoli»: così ha parlato il pallone d’oro de la Loggetta) ma c’è anche la consapevolezza che il Guangzhou R&F lo farebbe, vorrebbe farlo, e non sarebbe da solo in questa corsa spasmodica verso un uomo che ti cambia la scena.
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