ROMA - Szczesny non ha mai vinto un campionato in carriera, perciò per esperienza sa di cosa parla: «Mentalità. Non siamo ancora grandi: dobbiamo essere uomini e non ragazzini». Ecco, dall’Arsenal alla Roma per lui il contesto non è cambiato di molto. C’è sempre qualcuno più forte da guardare dal basso, non con invidia ma almeno con la deferenza di chi soffre ad arrivare sempre dietro. Eppure Szczesny, detto Coso, è la certezza di questi giorni romanisti: ha salvato la squadra contro il Milan, parando un rigore a Niang sullo 0-0, ha contenuto i danni anche allo Juventus Stadium dove è stato decisivo in almeno tre circostanze, arrendendosi solo alla superiorità di Gonzalo Higuain.
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PRECARIETA’ - È comprensibile quindi che la Roma si interroghi sulla programmazione: Szczesny è un calciatore di proprietà dell’Arsenal e a fine stagione da contratto dovrà fare i bagagli con un biglietto sola andata per Londra. Zibì Boniek, doppio ex di Juve e Roma oltre che presidente della federcalcio polacca, apre uno spiraglio a proposito del connazionale: «Non è detto che vada via dalla Roma». E allora un tentativo verrà fatto con Arsene Wenger, che pure ha già comunicato al nostro uomo di considerarlo indispensabile per la successione di Petr Cech, 35 anni a maggio.
Szczesny ai compagni
LIVELLAMENTO - L’estate scorsa Szczesny era stato valutato 18 milioni, un prezzo troppo alto per le possibilità della Roma. Di sicuro adesso, dopo un altro anno da protagonista, non può costare di meno. Anche perché curiosamente, sotto il profilo numerico, il suo rendimento è stato identico a quello del primo campionato italiano giocato: esattamente un gol subìto a partita nelle prime diciassette presenze, pure nella scorsa stagione raggiunte allo Juventus Stadium in una sconfitta per 1-0.
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