Calciomercato, il Napoli studia tre soluzioni per l'attacco 

Icardi resta in pole per il posto di Higuain. Ma il club non si farà trovare impreparato
di Antonio Giordano
3 min

NAPOLI - Sì, no: però senza che ci sia più un ni, perché il tempo sta scadendo e servono certezze. La risposta è nell’aria, va afferrato il senso, perché è il momento delle scelte e delle strategie poi da definire: e c’è un Napoli che (sogna) con Icardi, ma dev’essercene anche un altro, e ce ne sarebbero persino due, eventualmente da plasmare ad immagine e somiglianza delle proprie fantasie.

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L'OPERAZIONE ICARDI - Questa è empatia: lo racconta la storia d’un club che ne ha avute di prove. Troppo facile buttarsi su Maradona, il più Grande, ma basta essere argentini per ritrovarsi amanti: punto e basta. Quasi a prescindere. Ci sono state stelle, e quante (Sivori), e scugnizzi che hanno stregato subito, e quanti (Lavezzi); c’è stato un tempo in cui non poteva esistere il Napoli senza una traccia di Buenos Aires.

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JOVETIC FALSO NOVE - Spendere, certo, ma senza dissanguarsi per il gusto di farlo. Il Napoli che va al di là di Icardi ha cominciato a meditare su Carlos Bacca (30): costerebbe 30 milioni ma sa di operazione senza futuro. Una chiacchierata con Tevez (32) c’è scappata, ma è servita per capire che non esistevano margini, dinnanzi ad un campione avanti con l’età e con pretese astronomiche. Mancando sul mercato un centravanti compatibile con il calcio di Sarri, ecco la soluzione trasgressiva: immaginarsi con un “falso nueve” e Stevan Jovetic (27) è diventata una possibilità, ammesso che l’Inter - un giorno - lo voglia cedere.

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LA SOLUZIONE INTERNA - Però il Napoli ha fiducia anche in se stesso, in quello che ha fatto in questi anni, negli investimenti più recenti. Manolo Gabbiadini, pur dovendo rimanere all’ombra di Higuain, non ha mai (statisticamente) tradito la sua vocazione. Il ritiro gli sta servendo per integrarsi nei movimenti del 4-3-3 di Sarri, per apprenderli a fondo: ma intanto parlano i numeri che, nel rapporto gol segnati e minuti giocati, lo sistemano davanti a Bacca, a Icardi, a Kalinic. Ventinove reti nelle ultime due stagioni, pur con tanta panchina e persino un infortunio che gli ha sottratto il campo per due mesi.

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