© Getty ImagesMILANO - Piazza pulita. Senza pietà. Il Milan di Silvio Berlusconi si prepara all’ennesima rivoluzione. La terza consecutiva, al termine di un altro campionato umiliante e fallimentare. Dopo l’ottavo posto dell’abbinata Allegri-Seedorf e il decimo di Inzaghi, la settima piazza è ancora più contraddittoria e inspiegabile alla luce della milionaria campagna-acquisti dell’estate 2015.
START UP- Si partità con il mancato rinnovo di tutti (o quasi) i contratti in scadenza: Abbiati (che resterà nei quadri dirigenziali), Mexes, Zapata, Alex, Boateng e, soprattutto, Balotelli non verranno confermati. Di Super, Mario non ha più nulla. Verrà restituito al mittente (Liverpool) che dopo un anno in prestito non lo vuole più rivedere nemmeno sull’album delle figurine della Premier League. Il «4» politico delle pagelle di Milan-Roma ha evidenziato carenze soprattutto caratteriali assolutamente non giustificabili. Ma oltre all’eliminazione dei milanisti... scaduti, ci sarà un’epurazione ancora più massiccia di quei calciatori che hanno ancora un mercato. Diego Lopez ancora gravato da un biennale da 5 milioni lordi, dovrà trovarsi un’altra sistemazione. Gradirebbe la Premier League ma il Milan dovrà necessariamente accompagnarlo all’uscita con una robusta transazione. Bacca, Luiz Adriano, Honda e Menez sono gravati da ingaggi poderosi ma hanno un mercato florido soprattutto in Cina. Fra risparmi e incassi, casa Milan spera di poter mettere a bilancio almeno 50-60 milioni di euro. Riccardo Montolivo dovrebbe essere l’unico rossonero in scadenza di contratto in grado di farsi confermare.
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