Per la Roma un poker di portieri 

Si riparte dall’estremo difensore. Lloris e Handanovic restano troppo cari, ecco le altre scelte
di Marco Evangelisti
4 min

ROMA - Lasciate che torni da Londra, città che non ama perché è fredda, è umida ed è leggermente fanatica nei confronti dei fumatori. Poi il direttore sportivo Walter Sabatini riprenderà a fare ciò che lo diverte di più: trattare giocatori. E’ quanto considera il suo vero mestiere, con tutti gli addentellati che comprendono lo studio di ore di calcio, la scoperta di campionati inesplorati, le telefonate a vecchi amici di cui rischiava di perdere la memoria. Alla Roma c’è parecchio da fare, a prescindere da chi sarà l’allenatore nella prossima stagione: annotazione doverosa nei confronti di chi s’immagina un futuro senza Rudi Garcia. Naturalmente in situazioni come quella che la società ha vissuto negli ultimi giorni è igienico lavorare su ruoli e su uomini trasversali, che possano andare bene a chiunque si piazzi in panchina.

ASSI - In realtà non è vero per nessun ruolo, neppure per quello tutto sommato tatticamente neutro del portiere. Però Sabatini non poteva aspettare una vita prima di stilare le sue liste di preferenza. Come nella progettazione di una nuova Formula 1, il disegno della campagna acquisti è partito con largo anticipo. Dal presupposto assolutamente plausibile che l’allenatore di domani sia quello di oggi. Così per gli ultimi difensori il quadro sembra essere piuttosto chiaro e definito. Per completezza va detto che Hugo Lloris, del Tottenham e della Nazionale francese, sarebbe l’obiettivo principale ma costa troppo per un club che deve centellinare le spese per non irritare l’Uefa. Per motivi analoghi è stata congelata l’offerta per Samir Handanovic. Sabatini non è uno che resti senza carte. Oggi come oggi ha in mano un poker e deve decidere come giocarlo. Il suo asso favorito si chiama Mathew Ryan (sì, con una sola t), ha 23 anni, è australiano e sta in Belgio, nel Bruges. In teoria non sono referenze che facciano impazzire il pubblico. In pratica Ryan è apprezzatissimo non solo a Roma per le doti tecniche e per l’abilità nel gioco con i piedi. Tra parentesi, quest’ultimo è l’aspetto che ha lasciato più a desiderare nella peraltro discreta stagione di Morgan De Sanctis, e casualmente nel possesso palla di Garcia non è un dettaglio tecnico da trascurare. Fermo restando che tra lo stesso De Sanctis e Skorupski la Roma è anche preparata a un’eventuale emergenza di mercato (che non ci sarà, quindi il polacco potrà serenamente andare in prestito), sia il club sia lo stesso Garcia considerano l’acquisto uno dei blocchi di partenza delle prossime operazioni. Se non è Ryan, può essere lo svizzero Yann Sommer. Ha tre anni di più, 26 contro 23. Costa anche di più: una dozzina di milioni contro la metà. D’altra parte Sommer è rimasto imbattuto 15 volte nell’ultima Bundesliga, campionato più robusto di quello belga. L’eventuale punto debole dell’idea di Sabatini sta nel fatto che lo svizzero è al Borussia Moenchengladbach da una sola stagione. Non è che i tedeschi si lascino sconvolgere dalla nostalgia quando trattano gli affari, però di certo vogliono guadagnarci. Lo hanno preso dal Basilea per 8 milioni ed ecco giustificato il prezzo esoso. Le qualità di Sommer sono analoghe a quelle di Ryan, cementate da un bel po’ di esperienza.

Leggi l’articolo completo sul Corriere dello Sport-Stadio in edicola


© RIPRODUZIONE RISERVATA