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ROMA - Cristiano Calimero Ronaldo. Abbiate pietà di lui. Non gliene va dritta una. In questi ultimi tempi ha perso: la fidanzata storica, la Champions, la Liga, il ballottaggio con Messi e probabilmente il prossimo Pallone d’Oro. Altro? No. Per ora non c’è altro. A tutti i fuoriclasse capita l’anno-buca, la stagione dentro la quale precipiti. A trent’anni è capitato a CR7. Irina ha spiegato perché l’ha mollato. «Mi ha tradito con decine di donne». Lo ha scoperto nel modo più banale: sbirciando il suo cellulare. Messi gli ha spiegato perché il Barcellona, questo Barca dei Tre tenori, è più forte. Allegri gli ha spiegato perché una squadra organizzata (la Juve) può lasciarsi alle spalle una congrega di campioni male assortiti (il Real). Gli resta un’unica consolazione: il titolo di «Pichichi», capocannoniere della Liga. Ha raggiunto una quota spaziale: 45 reti. Messi sta dietro di quattro, a 41. Se non succedono cataclismi, CR7 porterà a casa il terzo titolo di Pichichi. Aveva già vinto nel 2010-11 (con 40 gol) e l’anno scorso, 2013-14, andando a segno 31 volte. Magra consolazione, ma ci si deve accontentare.
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