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ROMA - In Spagna si rischia il caos. È stato indetto uno sciopero della Liga a partire dal 16 maggio che rischia di far saltare le ultime due giornate di campionato e la finale di Coppa del Re tra Barcellona e Bilbao. A questo si aggiunge un ulteriore aspetto: secondo Marca, le giornate saltate potrebbero non andare in scena mai. La legge sul lavoro spagnola, infatti, prevede che i giorni di sciopero non siano recuperati: questo significa che la Liga potrebbe ufficialmente terminare con il posticipo di lunedì tra Rayo Vallecano e Getafe, 36esima giornata. Un pasticcio vero, visto che praticamente è ancora tutto in ballo: dalla vittoria del titolo, alla qualificazione alle coppe fino alle retrocessioni.
LA CONFUSIONE - Lo sciopero è stato proclamato dalla Federcalcio (Rfef) contro la nuova distribuzione dei diritti tv decisa dal governo del premier Mariano Rajoy. L'iniziativa è appoggiata dalla Associazione Calciatori, che pure ha proclamnato uno sciopero per la stessa data. Ma è scontro con i club della 'serie A' iberica. La Lega Calcio Spagnola (Lfp) che rappresenta i club dei due principali campionati, si è scagliata contro la Rfef, contestandone la legittimità a decidere lo svolgimento delle gare e minacciando azioni legali. Un decreto approvato dal governo Rajoy ma non ancora dal parlamento, prevede una contrattazione collettiva dei diritti tv, mentre finora era individuale. Un sistema che ha consentito alle due grandi Barcellona e Real Madrid di ritagliarsi la parte del leone (160 milioni a testa quest'anno) lasciando solo le briciole alle altre. Il Valencia, terzo per introiti tv, si è fermato a 50 milioni. L'influente presidente della Rfef Angel Maria Villar contesta il nuovo sistema di ripartizione, che assegna alle squadre del primo campionato il 90% degli introiti e il 10% a quelle della 'serie B' (contro 80-20% in Francia e 9-21% in Germania, rileva El Pais), e chiede una maggiore ridistribuzione verticale. La Rfef accusa anche il governo di averle 'mancato di rispetto', decidendo autonomamente il nuovo sistema. Villar oggi ha però lasciato aperta la porta al dialogo con il governo. I presidenti di alcuni grandi club sono già scesi in campo contro lo sciopero. Fernando Roig, del Villareal, ha convocato una 'assemblea' con i giocatori per 'spiegare' la riforma dei diritti. Dopo la riunione il portiere Juan Carlos si è pronunciato contro lo stop al campionato. Il presidente del Valldolid Carlos Suarez ha definito "immorale" lo sciopero, perchè "il 60% degli introiti vanno ai giocatori". Villar spera che il ministro dello sport José Ignacio Wert intervenga per congelare il contestato decreto. Restano però pochissimi giorni per evitare il caos.
© RIPRODUZIONE RISERVATALA CONFUSIONE - Lo sciopero è stato proclamato dalla Federcalcio (Rfef) contro la nuova distribuzione dei diritti tv decisa dal governo del premier Mariano Rajoy. L'iniziativa è appoggiata dalla Associazione Calciatori, che pure ha proclamnato uno sciopero per la stessa data. Ma è scontro con i club della 'serie A' iberica. La Lega Calcio Spagnola (Lfp) che rappresenta i club dei due principali campionati, si è scagliata contro la Rfef, contestandone la legittimità a decidere lo svolgimento delle gare e minacciando azioni legali. Un decreto approvato dal governo Rajoy ma non ancora dal parlamento, prevede una contrattazione collettiva dei diritti tv, mentre finora era individuale. Un sistema che ha consentito alle due grandi Barcellona e Real Madrid di ritagliarsi la parte del leone (160 milioni a testa quest'anno) lasciando solo le briciole alle altre. Il Valencia, terzo per introiti tv, si è fermato a 50 milioni. L'influente presidente della Rfef Angel Maria Villar contesta il nuovo sistema di ripartizione, che assegna alle squadre del primo campionato il 90% degli introiti e il 10% a quelle della 'serie B' (contro 80-20% in Francia e 9-21% in Germania, rileva El Pais), e chiede una maggiore ridistribuzione verticale. La Rfef accusa anche il governo di averle 'mancato di rispetto', decidendo autonomamente il nuovo sistema. Villar oggi ha però lasciato aperta la porta al dialogo con il governo. I presidenti di alcuni grandi club sono già scesi in campo contro lo sciopero. Fernando Roig, del Villareal, ha convocato una 'assemblea' con i giocatori per 'spiegare' la riforma dei diritti. Dopo la riunione il portiere Juan Carlos si è pronunciato contro lo stop al campionato. Il presidente del Valldolid Carlos Suarez ha definito "immorale" lo sciopero, perchè "il 60% degli introiti vanno ai giocatori". Villar spera che il ministro dello sport José Ignacio Wert intervenga per congelare il contestato decreto. Restano però pochissimi giorni per evitare il caos.