Arbitro aggredito a Roma, ha rischiato la vita

Shock fra i Dilettanti nel campionato di Promozione. Preso a schiaffi, è caduto battendo la testa: rianimato, è in ospedale!
Arbitro aggredito a Roma, ha rischiato la vita
di Edmondo Pinna
4 min

Poteva essere una tragedia. Non è la prima volta, purtroppo. Speriamo (ma allo stesso tempo temiamo non sia così) l’ultima. Un ragazzo di 24 anni, Riccardo Bernardini, è stato aggredito ieri alla fine della partita fra la Virtus Olympia e l’Atletico Torrenova, valevole per il campionato di Promozione. Uno schiaffo, il secondo, la caduta, la testa che sbatte sul cemento, una pozza di sangue. Solo la prontezza del preparatore atletico del Torrenova, Yuri Alviti, ex capo degli Irriducibili, e successivamente della fidanzata di Riccardo (infermiera) hanno evitato il peggio. Aveva perso i sensi, rischiava di morire, è stato rianimato. La sua colpa? Essere un arbitro.

INCUBO - Tutto è avvenuto in pochi minuti. Subito dopo il fischio finale di una partita che s’era accesa proprio nel finale. Due espulsi fra i padroni casa, poi quel gol nel recupero. E’ scattato il raid. I Carabinieri, accorsi subito insieme all’ambulanza, avrebbero un quadro già chiaro della dinamica, secondo le testimonianze raccolte. Ad entrare nel recinto che separa gli spogliatoi dal resto della struttura (il Francesca Gianni, quartiere San Basilio) sicuramente due uomini fra i 25 e i 35 anni. Hanno scavalcato (uno o tutti e due) il recinto ed aperto la porticina. Alla fine, secondo alcuni testimoni, erano in quattro. E’ volato uno schiaffo, poi il secondo, micidiale. Bernardini è caduto all’indietro ha battuto la nuca ed ha perso conoscenza. Il preparatore del Torrenova, Yuri Alviti (ironia della sorte: era stato allontanato dalla panchina proprio dall’arbitro) è intervenuto per rianimarlo (la lingua dell’arbitro rischiava di soffocarlo), poi è intervenuta anche la fidanzata di Riccardo. E’ arrivata l’autoambulanza, che lo ha trasportato all’Umberto Primo. Bernardini è stato sottoposto ad una prima TAC, che ha fortunatamente dato esito negativo, poi a una seconda. Tre punti di sutura. Ha passato la notte in osservazione. 
 
PIAGA - Il Lazio è una delle regioni che ha la percentuale più alta di aggressione ai direttori di gara. Prima, Campania, Sicilia e Calabria. Una vera e propria piaga. Che trova sempre corpo nella voce di chi fa comizi invece di pensare ad altro, ma che poi, all’atto pratico, nonostante sanzioni studiate ad hoc che poi vengono disattese o aggirate, non ha risolto nulla. Ed è inutile vestire gli arbitri della serie A con le magliette che inneggiano ai corsi arbitrali nelle sezioni per il reclutamento (in alcune regioni si fa fatica a coprire tutti i campionati, segno di una disaffezione o di un calo di vocazioni) se poi questi sono i risultati. In serata, la Virtus Olympia s’è dichiarata «estranea ai fatti accaduti», s’è detta «profondamente rammaricata per l’aggressione perpetrata ai danni del direttore di gara», precisando che gli individui erano «totalmente estranei al club». Ha poi rivolto, a nome del presidente Giovannoni, «i migliori auguri di rapida guarigione al signor Bernardini di Ciampino». Vorremmo non parlarne più...

L'APPELLO DELLA MAMMA - «Pronto? Sono la mamma di...». Comincia così la dolcissima telefonata con la mamma di Riccardo Bernardini. Appena uscita dell’ospedale, dove ha lasciato il figlio. Adrenalina e preoccupazione. Uno sfogo, dopo una giornata di tensione. Mai sopra le righe, sempre entro quei limiti di quella civiltà che invece è mancata ieri pomeriggio al Francesca Gianni. «Hanno tirato sassi, sono entrati, erano più di due, forse quattro. Ma lì, a difendere mio figlio, non c’era nessuno....». Non lancia accuse, ma non capisce perché si debba finire in ospedale per una passione. All’ospedale, con lei, il presidente della sezione di Ciampino, Samà, il presidente del Cra del Lazio, l’ex arbitro di A Palanca, e il suo vice, l’ex assistente di Serie A, Dobosz: «Persone splendide. Ma il problema va risolto, per sempre. Mi appello al presidente della Federcalcio, Gravina, e soprattutto a quello dell’AIA, Nicchi: gli arbitri devono, ripeto devono essere tutelati. E se non lo fa lui, costituirò un’associazione di tutte le mamme degli arbitri. Così è una vergogna». Solo il cuore di una mamma sa essere così forte.

 


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