Multiproprietà: prosciolti Vigorito e il Benevento

La Procura Federale ha archiviato l'inchiesta nata dalla gara Benevento-Casertana (6-0) dello scorso campionato in Lega Pro e dalle dichiarazioni di un dirigente rossoblù che avevano fatto ipotizzare un illecito sportivo e una commistione nella gestione dei due club. Interrogati oltre 20 tesserati, ma non sono emerse prove certe e la Procura ha dovuto chiudere con un nulla di fatto il procedimento.
di Tullio Calzone
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ROMA - Tirano un sospiro di sollievo il Benevento e la Casertana: il procedimento a carico delle due società campane e dei loro massimi dirigenti, Oreste Vigorito, Fabrizio Pallotta, Pasquale Corvino e Giovanni Lombardi, è stato archiviato dalla Procura Federale lo scorso 26 ottobre 2016 e notificato alle parti nella giornata di ieri. Il caso era nato dalle improvvide dichiarazioni alla stampa del dirigente casertano Corvino al termine della gara Benevento-Casertana dello scorso campionato di Lega Pro, giocata il 13 marzo 2016 e terminata con il punteggio tennistico di 6-0 per i sanniti, poi vincitori del torneo con Auteri in panchina. «Questa partita è stata giocata da 8 calciatori (della Casertana, ndr) contro 14 (del Benevento, ndr)», aveva stizzosamente ironizzato il dirigente casertano, stigmatizzando lo scarso rendimento di alcuni calciatori ospiti. Erano bastate queste poche parole affinché la Procura si attivasse.

PRESUNTO ILLECITO - L’accusa era di un presunto illecito sportivo a carico dei due club e dei loro legali rappresentanti, ma contemporaneamente veniva anche avviata un’indagine per l’esistenza di una presunta multiproprietà relativamente ad alcuni soggetti dei due club. Partita lo scorso marzo, l’inchiesta è durata 7 mesi di lavoro investigativo durante i quali sono stati interrogati oltre 20 tesserati. Era stato proprio il filone relativo alla multiproprietà a far tremare i vertici delle due società, in quanto le norme Noif vietano tassativamente ogni forma di commistione tra proprietà dello stesso settore professionistico. Nella fattispecie, la posizione di Benevento e Casertana veniva aggravata dal fatto di partecipare addirittura allo stesso girone di Lega Pro. Inoltre, durante la campagna trasferimenti erano stati registrati “strani” e numerosi trasferimenti di calciatori da un club all’altro, mentre nei settori giovanili dei due sodalizi - secondo l’inchiesta - operavano gli stessi soggetti.

PUNIZIONE SCONGIURATA - Ipotesi gravissime che, se confermate dai fatti, avrebbero potuto determinare anche la retrocessione. Invece, al termine del lunghissimo iter investigativo, la Procura Federale ha ritenuto che le accuse emerse non fossero provate e ha disposto l’archiviazione del procedimento. Il Benevento e l’attuale presidente Oreste Vigorito e l’ex patron Pasquale Pallotta sono stati difesi dal giurista sportivo napoletano Eduardo Chiacchio. Mentre la Casertana e l’ex presidente Lombardi sono stati assistiti dall’avvocato Monica Fiorillo. Anche la Procura del Coni ha accolto la richiesta di archiviazione del procuratore. «Si è trattato di un’indagine molto complessa non a caso durata oltre 7 mesi - ha commentato l’avvocato Chiacchio -, ma che non ha evidenziato alcun elemento probatorio a carico dei nostri assistiti». Essendo una sentenza istruttoria non ci saranno motivazioni ed è inappellabile.
 


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