Panico-Vezzali, stoccata e risposta dopo la petizione

Ha già raccolto oltre 26.000 firme la petizione lanciata dalla calciatrice azzurra contro l'ipotesi che la schermidrice diventi ministro dello sport
Leandro De Sanctis
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ROMA - Patrizia Panico, 40enne romana, capitana della nazionale di calcio, non ha mai parlato con Valentina Vezzali. Però davanti alla tv ha fatto spesso il tifo per lei. Il mese scorso tuttavia, quando è iniziata a girare la voce che la fuoriclasse della scherma, sei medaglie d’oro nel fioretto alle Olimpiadi, poteva diventare ministro (o ministra) dello sport nel governo di Matteo Renzi, ha avuto un sussulto, ci ha pensato un po’ e poi si è fatta promotrice di una petizione contro questa ipotesi. E così l’organizzazione Change.org ha lanciato la petizione “No alla Vezzali ministra dello sport”, con l’hashtag #vezzalinograzie. Dal 18 luglio a ieri, sono arrivate quasi 27.000 firme, la maggior parte delle quali accompagnate da pungenti motivazioni, perchè a volte il web non fa troppi complimenti con le parole.
Valentina Vezzali, deputata eletta con Scelta Civica, c’è rimasta male e, come è abituata a fare in pedana, si è messa in guardia, ha cercato di parare la stoccate e di rispondere, rimandando alla sua pagina facebook che riporta puntualmente la sua attività, non senza aver chiarito quella battuta con Berlusconi («Da lei mi farei toccare», richiamando appunto la “toccata” della scherma) che molti non hanno dimenticato. E a chi le chiede come abbia preso questa petizione, Valentina ha ammesso di esserci rimasta male. «Non è vero che non mi sono mai battuta per le atlete, ho solidarizzato con le rugbiste, con le calciatrici vittime di quella battutaccia volgare dell’allora presidente della Lega Dilettanti Belloli. E nessuno mi ha chiesto di fare il ministro».
La petizione promossa da Patrizia Panico, che ha avuto il sostegno dell'Assist (l'Associazione delle Atlete), si apre così: «Sono anni che aspettiamo un Ministro dello Sport che coniughi la competenza di una materia strategica e complicata al desiderio di rinnovare profondamente lo sport italiano, lavorando anche, finalmente, sulla valorizzazione dello sport femminile e su un doveroso “diritto di cittadinanza” della pratica sportiva. Aspettiamo un Ministero guidato da una figura di alto profilo che sia politica e tecnica nello stesso tempo». «Semplicemente penso che il profilo di Valentina Vezzali non rispecchia quello che potrebbe servire - spiega Patrizia, 714 gol in 568 partite - Il web poi si abbandona anche a pettegolezzi ma io non voglio assolutamente ledere l’immagine di Valentina. Mi dispiace si sia arrabbiata. Non era un attacco contro l’atleta, maggior vanto per l’italia. Io sono abbastanza serena, chiaramente non ho finalizzato ad un tornaconto questa cosa. Ma è un campanello d’allarme, volevo contestare questa ipotetica decisione. Se ha fatto così scalpore, al suo posto una domanda me la farei, non starei ad arrabbiarmi sul perchè è stata fatta. Mi domanderei perchè c’è stato un successo così grande, se effettivamente sarei all’altezza. Se mi vuole contattare sarò felice di parlarle e spiegarle le mie opinioni».
 
Sul web sono fioccate le accuse, riassumibili nell’elevato numero di assenze in Parlamento e nel non intenso impegno nell’attività politica. In realtà, dopo l’avvio della petizione, come è riscontrabile sulla sua pagina Facebook, la Vezzali ha dato un impulso significativo alla sua presenza politica, lievitate le sue interpellanze. «Sono contenta allora che lei l’abbia interpretata nel senso giusto - osserva la Panico - se ha avviato interrogazioni parlamentari su argomenti importanti»
E lei sarebbe disposta a fare politica, a sostegno dello sport in genere e femminile in particolare? «Non mi interessa la politica, non voglio essere nè guidata, né strumentalizzata. Né accetterei compromessi. Quindi non ci penso proprio, anche se in realtà nel mio piccolo l’ho sempre fatto, mi sono schierata per le cause che ritenevo giuste, come la lotta all’omofobia, sulla maternità. Chiaramente quando fai sport sei concentrato su quello che fai, non su cose politiche o altro. L’interesse viene meno, abbiamo visto che se non c’è interesse da parte nostra, ti ritrovi ad essere subordinato a scelte altrui che nemmeno condividono. Forse questa petizione può far capire che bisogna dare segnali alle sportive, far capire che siamo noi che facciamo sport a doverci interessare, nessuno ci regalerà mai qualcosa»


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