ROMA - Ha le idee molto chiare il direttore tecnico Patrizio Centanni, quando si parla di cosa serva per creare un progetto solido e duraturo, qui al Massimina. Lavoro sui dettagli e unione di intenti, le parole chiave per raggiungere il successo. I risultati? Un aspetto importante, certo, ma da puntare più avanti. Ogni cosa ha il suo tempo e ora, parlando con Centanni, è evidente che al Massimina ci si trovi nella fase in cui è la crescita la finalità a cui tendere. “Sicuramente sta venendo fuori un ottimo ambiente, in linea con il periodo in cui ci troviamo”, commenta il direttore tecnico, “mi sento fiducioso e ottimista. Le persone stanno tornando al campo e ci stanno aiutando a creare i presupposti per poter lavorare nel migliore dei modi. Ora spetta a noi partire da questi per arrivare a un risultato concreto. Il nostro progetto? È ambizioso. Noi stessi siamo ambiziosi; e questa è una caratteristica da non confondere con la presunzione. Noi ambiamo a migliorarci e a restituire credibilità a questo club attraverso il lavoro sul campo e all'identità comune che vogliamo sviluppare.” Ma come si costruisce questa identità, come si raggiunge un obiettivo come questo? “La ricetta è semplice da spiegare ma impegnativa da mettere in pratica: bisogna lavorare sui dettagli sia collettivamente che individualmente. Io ho avuto la fortuna nella mia vita di aver lavorato in società di primissimo ordine, dove ho trovato giocatori già pronti. In quel tipo di contesti viene da sé che è il risultato la prima cosa, il discrimine tra un lavoro ben fatto e un insuccesso. Ecco, se noi trasportassimo quel tipo di mentalità qui da noi, falliremmo subito. Ma non perché siamo piccoli e deboli, bensì perché ancora non è il giusto tempo per il nostro club, rinato solo adesso. Ora la nostra attenzione deve invece incentrarsi sulla crescita dei nostri ragazzi, della società e, soprattutto, sullo sviluppo di uno spirito di appartenenza forte. Per far questo non abbiamo stilato un rigido programma: forse il termine è un po' insolito, ma mi piacerebbe definirci come un 'laboratorio'. Qui al Massimina ognuno, singolarmente e collegialmente, lavora, infatti, valutando simultaneamnete il prodotto del suo operato e, se serve, correggiamo e modifichiamo la rotta quando ci accorgiamo che qualcosa può essere fatto meglio. Non siamo standardizzati, insomma, perché abbiamo tante idee e voglia di fare e possiamo contare su uno staff di tecnici e preparatori seri, competenti e soprattutto presenti sul campo non solo fisicamente, ma mentalmente.” Chiediamo infine a Centanni un parere sulla 'scuderia' del Massimina, il suo parco squadre. “A mio parere c'è un filo conduttore che unisce tutti i gruppi: la grande disponibilità e la voglia di mettersi in gioco. Naturale che non siamo ancora pronti, visto il grande numero di ragazzi nuovi, provenienti da contesti diversi. Però devo dire che dal punto di vista umano sto conoscendo tanti bravi ragazzi, che, sono sicuro, formeranno delle ottime fondamenta per il nuovo Massimina.”