SARNO - Sessant’anni da compiere il prossimo 12 luglio, oltre 40 dei quali passati su un campo di calcio, a cominciare dai primi calci con le rappresentative giovanili. Tutt’altra epoca rispetto ad oggi: scuole calcio pressoché inesistenti, famiglie che non stavano lì a seguire costantemente i figli, al contrario il “pallone” veniva percepito unicamente come distrazione dai propri doveri, fossero essi scolastici o lavorativi.
Il giovane Aldo Armeni Ventre comincia a giocare tra le fila della Nocerina, che successivamente lo cede in prestito all’Ercolano in Serie D. Fino ai 30 anni veleggia tra Eccellenza e Promozione, per poi arrivare a chiudere la carriera da calciatore in Prima Categoria. In Eccellenza gioca (tra le altre) con la Boschese e l’allora mister Carlo Mosca, rapito dal piede vellutato di cui il giovane Ventre fa sfoggio (specie nei calci di punizione), va a scomodare per lui uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi: niente meno che Arthur Antunes Coimbra, meglio noto come Zico, regalandogli il soprannome “Arturo Zico”, che tutt’oggi lo rende riconoscibile ai più. "Il ruolo di ds? Si tratta di un ruolo molto delicato poichè è l’anello di congiunzione tra la società e la squadra. Il DS deve essere in grado di recepire le richieste dell’allenatore e soddisfarle, in ragione delle risorse economiche che la società gli mette a disposizione. Inoltre dev’essere pronto e risoluto tanto nell’accogliere i calciatori ed integrarli nella rosa, quanto nell’allontanarli qualora si dimostrino non più utili alla causa, per motivi vari: tecnici, comportamentali o di ambientamento. Oltre ad aver fatto l’allenatore, ho seguito per 3 anni le selezioni giovanili del Terzigno Calcio, dai Primi Calci alla Juniores Nazionale (che allora disputava lo stesso girone della Prima Squadra, all’epoca in Serie D), come Direttore Tecnico. Inoltre ho collaborato con la Viribus, dove riuscii ad ingaggiare un giovane proveniente dallo Stoccarda, fatto che ricordo con particolare soddisfazione. A giugno dello scorso anno, mi sono ritrovato insieme ad altri amici che tornavano ad affacciarsi nel mondo del calcio. Partimmo con uno stage di 5 giorni dove monitorammo circa 100 ragazzi, prevalentemente classe ‘98, ‘99, ‘00 e ‘01. Tuttavia tardammo a rilevare il titolo sportivo (Città di Eboli ndr), di conseguenza ritardarono l’allestimento della squadra e la sua preparazione al Campionato. Il tempo a disposizione fu poco ed inevitabilmente, la cosa ha finito per penalizzarci. Momenti difficili? La prima parte di stagione senza dubbio. A ben guardare però, è stato anche il momento che ha visto forgiare dei ragazzi eccezionali, mi riferisco a Gerardo Zito, Federico Squitieri, Pasquale Adiletta, cui si sono poi aggiunti D’Ambrosio (fermatosi per infortunio), Salvato, Landi, Dolgetta e potrei citarne altri. Ragazzi di talento, molti dei quali sarnesi e questo rappresenta per noi motivo di grande orgoglio. Ottimamente guidati da gente esperta come Fioraso, Paolino ed Imparato. A dicembre abbiamo puntellato la rosa in tutti i reparti, con innesti di qualità: Miranda, Flora, Cozzolino, Saffiani, Rupa, Mugolieri e Ruocco. Diciamo che l’allestimento frettoloso ed un po’ sommario della squadra di inizio stagione, è stato poi perfezionato da questi nuovi elementi, che alla fine si sono dimostrati determinanti.TL’obiettivo dichiarato per questa prima stagione era la salvezza e ce l’abbiamo fatta, addirittura con una giornata di anticipo. Questo è un gruppo eccezionale perché ha dimostrato grandi valori, umani prima che tecnici. Sono convintissimo del fatto che bastano pochi innesti mirati, per disputare un campionato da protagonista ed ambire tranquillamente alla zona play-off. Non mi aspettavo un cammino così stressante, benché avessi preventivato qualche incidente di percorso. Sono felice del lavoro che tutti insieme abbiamo svolto e di questo sono riconoscente al Direttore generale Cerrato, al Dirigente accompagnatore Montoro, al preparatore atletico ed allenatore prof. Porpa, oltre a Natale Pastore che lo ha preceduto.Ma il ringraziamento più grande va ai calciatori. Tutti, dal primo all’ultimo. Per l’impegno profuso in questa stagione così travagliata e per il contributo che ognuno di essi ha portato alla squadra.Per quanto mi riguarda, è il momento di godermi un po’ di serenità e scaricare tutto lo stress accumulato, nell’attesa di essere riconfermato e di ripartire ancora più carico e determinato per la prossima stagione”.