Chi non è sardo non può capire. Non è un problema. Certo, tanti lo conoscono e tantissimi lo apprezzano, in ogni angolo del pianeta. Ma lui è qualcosa di più, di speciale. Partendo da un elemento che, parametrato ai giorni nostri, appare fantascientifico: è uno dei non troppo numerosi protagonisti del calcio di ogni epoca a non aver mai attirato antipatie da "nemico". Al più, da avversario, e ci mancherebbe. Persino l'Avvocato, che una settimana sì e l'altra pure, aizzava Boniperti per riuscire a strapparlo al Cagliari, quando gli diceva "Vai a prendere quel pastore lì", lo amava: detestandone unicamente la cocciutaggine nel non voler lasciare il Cagliari per correre ad abbracciare la Juventus, tanti soldi in più, e tanta prevedibile gloria in più.
Inutile che ci si sprema la memoria, gente come lui, con i suoi numeri, con la sua storia, con la sua fedeltà, con la sua umanità e tante altre cose, tutte messe insieme, in giro non se ne trova altra. Cagliari e la "sua" Sardegna non dimenticano mai il 7 novembre perché compie gli anni l'uomo, un tempo campione, che giorno dopo giorno con la sua semplicemente riservata vita non manca di onorare questa terra, e di riflesso continuare a onorare la squadra per cui ha vissuto tutta la sua carriera.
Riva era una istituzione quando giocava, lo era altrettanto quando era dirigente. Lo è ancora oggi. Gli avventori del ristorante dove ogni santa sera va a cenare, lo riconoscono e lo guardano con quella reverenza che soltanto ai Grandi è dovuta. E la scena si ripete ogni volta, tante volte: timidi passi, un saluto e una richiesta di scattare una foto ricordo con lui. E i sorrisi che si aprono in panoramica insieme a qualche lacrima, soprattutto in chi ha superato il mezzo secolo di età. Ma non soltanto, perché tanti ragazzi che hanno ricevuto la giusta educazione calcistica dai genitori, loro sì tifosi del Mito "sul campo", lo adorano come se lo avessero visto giocare.
Chi non è sardo non può capire, cosa significhi Gigi Riva per noi. Si potrebbe discutere all'infinito se altri campioni sono stati grandi quanto lui, e la cerchia sarebbe ristrettissima, però quello che Riva aggiunge sul lato umano, sparecchia il campo. Anche per questo i sardi lo adorano. Oltre ai ricordi dello sport, i ricordi e l'attualità del "sardo" Riva. Provateci a dirgli che lui sardo non è, vi fulminerà con lo sguardo. E' un nostro patrimonio, Gigi. Guai a chi ce lo tocca. E auguri, altri cento di questi giorni, Mito di tutti noi.