Sanremo, Leotta-Balivo: partita dura tra hackeraggio e spacco

Un tweet della presentatrice di Raidue contro la giornalista di Sky ha scatenato il putiferio sui social. Ascolti record
Sanremo, Leotta-Balivo: partita dura tra hackeraggio e spacco
di Giulia Vaccaro
5 min

ROMA - Quando la partita si gioca anche sul web lo scontro risulta molto spesso più duro, quasi spietato. La prima serata del festival di Sanremo ci ha regalato la sfida a distanza Leotta-Balivo. Sul campo dell’Ariston la giornalista di Sky, presenza singolare accompagnata da molte polemiche, è scesa con le migliori intenzioni; il messaggio era uno, "Ragazzi, denunciate il cyberbullismo", e sicuramente era questo l’avversario che aveva intenzione di affrontare, ma dalla piattaforma Twitter Caterina Balivo ha tuonato: "Non puoi parlare della violazione della privacy con quel vestito e con la mano che cerca di allargare lo spacco della gonna". L’intervento a piedi uniti della presentatrice aversana ha scatenato la discussione che ha toccato anche punte bassissime.

IL PROBLEMA - Quando si parla di violenza, però, di qualsiasi tipo essa sia, bisogna prendere atto che chi l'ha subìta sia automaticamente vittima, senza 'se' e senza 'ma'. La vendetta, sebbene il torto subito sia dei più gravi, non è giustificabile. Lo stupro, anche se la vittima indossava minigonna e perizioma, non è giustificabile e l'hackeraggio di foto intime nonostante il soggetto abbia più volte mostrato le proprie forme non è giustificabile. Nessuno può permettersi di divulgare le foto private di Rocco Siffredi o di qualsivoglia porno star solo perché un po' tutti hanno avuto modo di godere dei benefici di madre natura, così come nessuno può permettersi di sequestrare Carlo Cracco e costringerlo a preparare leccornie per sé solo perché in televisione ha fatto sapere che ama cucinare.  

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LA SPIEGAZIONE - In buona fede, si vorrebbe dire che quanto espresso dalla Balivo voglia mettere l'accento sul fatto che trattare un tema così importante e delicato mettendo in mostra quelle forme oggetto di hackeraggio, fosse inopportuno e rendesse meno serio l'argomento. Ma, magari avrà sbagliato la forma, magari avranno travisato in molti, quanto passa è questo: "Te la sei cercata". E poiché quando si subisce violenza la vittima non ha mai colpe, va sottolineato che Diletta Leotta, così come ogni donna o uomo in un Paese democratico, ha il diritto e la libertà di mostrare quanto vuole e a chi vuole. Tutto il resto è reato.

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LA REPLICA - Come è facilmente immaginabile il tweet ha scatenato non poche polemiche, molte delle quali divenute, a loro volta, accuse e insulti nei confronti della Balivo. La conduttrice ha così deciso di chiarire sottolinendo che le frasi infelici erano mirate ad esprimere un'opinione in merito all'atteggiamento della collega: "ma me ne dispiace, non sono nessuno per giudicare una donna".


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