Da leggere. Sempre. Cinque mamme di tre città diverse, Firenze, Mantova e Rieti, che non si conoscono. Si trovano per caso davanti ad una tazzina di caffè. Le fa incontrare una "mamma", che non ha mai potuto abbracciare il suo piccolo, che non ha mai visto la luce. Diventano sei. Hanno un punto in comune: il dolore per la perdita di un figlio. Cercano di dare una via di uscita al dolore. Condividendolo. Indirizzano lettere ai figli che hanno perso in incidenti stradali, nel terremoto di Amatrice o vittima di femminicidio. Si scrive anche ad un bimbo mai nato.
Da quella tazzina di caffè è nato da qualche mese," Lettere senza confini", di Edizioni ADV, curato da Gaia Simonetti, giornalista fiorentina con un presente di lavoro nella comunicazione legata al calcio. Servono sensibilità e attenzione per un libro così, e Gaia le possiede. Le mamme ricordano i figli con lettere a loro indirizzate, raccontando quanto hanno costruito in loro memoria come le iniziative che portano avanti nelle scuole, nelle palestre e con i giovani. Le mamme riescono a intrecciare l' inchiostro alla speranza. Non usano solo tempi al passato, ma anche verbi al futuro. Barbara, Giovanna, Laura, Paola, Stefania ed ancora Stefania raccontano la vita che lentamente, con passi incerti e poi più spediti, riparte e lo fa alleandosi al coraggio.
Il libro ha un traguardo sociale: parte dei proventi verranno raccolti per finanziare due borse di studio per studenti di Amatrice. "Ne sarebbe stato felice Filippo"- racconta mamma Stefania che ha perso il figlio nel terremoto dell'agosto 2016.
Lettere senza confini, pp. 123 edizioni ADV 13 euro