ROMA - "E' un'evidente ingiustizia": arriva una pesante richiesta di squalifica da parte della Procura antidoping Nado Italia (otto anni) e l'ex nuotatore Filippo Magnini parte al contrattacco attraverso una nota:
"Il 2 ottobre scorso (8 mesi fa!) la prima convocazione della Procura antidoping.
Mai prima d’allora, in 20 anni di carriera sportiva ai massimi livelli, era mai comparso il binomio Magnini-doping se non per, e nelle, mille battaglie CONTRO il doping alle quali ho prestato la mia immagine e la mia anima.
Poi, una prima audizione il 30 ottobre nella quale ho dato PUNTUALE e TOTALE riscontro ai Procuratori Antidoping sui fatti rilevati dalla Giustizia ordinaria penale per la quale non sono MAI stato indagato e che comunque ha PROSCIOLTO la mia posizione non avendo MAI indicato il mio nome nelle sue richieste di giudizio.
Poi una seconda audizione (sei mesi dopo la prima!) nella quale la Procura antidoping mi ha interrogato sugli stessi identici fatti di 6 mesi prima. Anche in questo caso ho risposto e ribattuto PUNTO-PER PUNTO ogni pretesa contestazione.
OTTO MESI da mostro in prima pagina, che ho affrontato nella consegna del più serrato SILENZIO per il rispetto innato che ho dell’attività e della funzione degli inquirenti sportivi.
OGGI la richiesta della Procura antidoping di O-T-T-O anni di squalifica.
ORA PARLO IO!
Dopo tutta la collaborazione prestata per/nelle indagini in questi otto mesi di strazio per me, leggo il mio nome ancora sbattuto in prima pagina accostato alla parola doping nonostante, ripeto, la Procura della Repubblica di Pesaro abbia già chiuso il caso dichiarandomi totalmente estraneo ai fatti.
Dopo otto mesi di silenzio, oggi, la mia anima RIBOLLE perché questa indagine è vergognosa, e perché la conclusione, che la Procura antidoping ha fatto propria su fatti che ho circostanziatamente smentito e ri-smentito, è l’essenza dell’INGIUSTIZIA più evidente.
Al momento opportuno e nelle sedi preposte, tramite i miei legali, porterò alla luce le gravi manomissioni e il tentativo di muovere a mio carico accuse prive di fondamento che hanno caratterizzato questa indagine-farsa a mio danno.
Ora posso tornare SERENO nel mio silenzio “giudiziario” per rispettare -ANCORA UNA VOLTA- la funzione del Tribunale che giudicherà simili richieste di squalifica.
Ma SOPRATTUTTO posso, INVECE, continuare orgogliosamente e coraggiosamente, come continuerò anche a DISPETTO di chi vorrebbe farmi tacere, ad alzare la mia voce e il mio ventennale esempio agonistico CONTRO il doping".
SANTUCCI - Dopo le parole di Magnini sono arrivate anche quelle di Santucci, anche lui si è affidato a una nota: "Condivido l’analisi e lo sfogo di Filippo.
Abbiamo passato otto mesi di INFERNO, oggetto di attenzioni che non meritiamo per la nostra carriera condotta sempre nel RISPETTO della lealtà sportiva e non, e per rispetto dei GIURAMENTI, sportivi e non, che ho e che abbiamo prestato.
Ho SOFFERTO, sulla mia pelle di atleta PURO, i metodi inquirenti condotti dalla Procura antidoping che sembrava essere “in missione per conto di Dio” per incastrare Filippo, e che non ha mai digerito la mia, per loro inutile, SINCERITÀ.
Con rispetto, come Filippo, ho (mediaticamente) taciuto fino ad oggi.
Con Filippo, ora tornerò nel silenzio (mediatico) e con lui battaglierò contro questa ingiustizia ed a favore della lotta al doping".